venerdì 26 aprile 2024
11.12.2011 - Alessandro Giacobbe

Turismo in strutture conventuali, un progetto ambizioso

L'assunto, riportato nel presente quotidiano online il 18 novembre, si rivolge a quegli edifici storici di proprietà pubblica che possono essere trasformati in strutture ricettive di medio-alto profilo. Un progetto ambizioso, quello dell'assessore regionale al Turismo Angelo Berlangieri, in collaborazione con i colleghi al Patrimonio e all’Edilizia Pippo Rossetti e Giovanni Boitano.

Desta interesse il recente proposito regionale di migliorare la qualità della rete alberghiera ligure chiedendo “aiuto alla Chiesa”.

Ovviamente si tratta di un gioco di parole, visto che gli espropri statali ai danni degli Enti ecclesiastici ci sono già stati nel XIX secolo.

L'assunto, riportato nel presente quotidiano online il 18 novembre, si rivolge a quegli edifici storici di proprietà pubblica che possono essere trasformati in strutture ricettive di medio-alto profilo. Un progetto ambizioso, quello dell'assessore regionale al Turismo Angelo Berlangieri, in collaborazione con i colleghi al Patrimonio e all’Edilizia Pippo Rossetti e Giovanni Boitano.

Il modello di riferimento supera il collegamento diretto con il mare tipico del turismo di massa diffuso già dall'anteguerra e va verso la ricerca di ambienti che abbiano storie da raccontare, emozioni da trasmettere. Non sono molti i siti per ora prescelti. E il restauro a fini residenziali si presenta spesso problematico, dovendosi trattare anche di impegni che coinvolgano anche lo Stato, nella figura degli enti periferici del Ministero dei Beni Culturali. E, di questi tempi, rischiano di essere chimere. L'intervento privato può essere importante, anche a livello di gestione finale.

Se si considerano i siti finora indicati in Provincia di Imperia, conoscendoli bene, è necessario fare alcune osservazioni. Si parla del ex convento (e molte altre cose) di Santa Teresa di Taggia e della villa Vista Lieta di San Remo. Nel primo caso si tratta di ambienti molto grandi, a monte dell'abitato storico di Taggia. Recentemente è stata restaurata la chiesa relativa a questo complesso e destinata ad auditorium. In sintesi, è necessario prendersi cura del

“Conservatorio di Santa Teresa sotto il titolo della Presentazione della Vergine al Tempio. Le prime tracce della presenza di un convento femminile a Taggia risalgono alla fine del XVII secolo. Sono monache Carmelitane, che vengono favorite dalla vicina presenza dei signori (ed ecclesiastici) De Fornari. Il primo insediamento è legato ad un palazzo di civile abitazione, tipicamente cinquecentesco, su via San Dalmazzo. Si tratta del primo ambiente da recuperare, anche per i suoi valori decorativi e la migliore accessibilità.

Le monache aumentano progressivamente lo spazio loro assegnato, con diritti d'acqua e andando al di là delle vicine mura. Il nuovo convento, a monte della zona di San Salvatore, viene iniziatoil 30 settembre 1721, secondo quanto scoperto da Fulvio Cervini, con la partecipazione dei mastri Giovanni Battista Fossati e Giovanni Angelo Oreglia di Giovanni Battista, originario di Molini di Prelà (val Prino, alle spalle di Porto Maurizio).

Nel frattempo si portava innanzi anche la costruzione della chiesa, che viene terminata nel 1737, con la direzione di Giacomo Filippo Marvaldi. Nel 1780 era in funzione anche la “manica nuova” del convento. La fine dell'Antico Regime comporta la chiusura della realtà religiosa. Le monache, come ormai si sa, avevano il loro sepolcro direttamente in un fondaco in via San Dalmazzo. Vicino alla chiesa scorre infatti il torrente Barbarasa e le sepolture sarebbero state impossibili.

Il Comune invece ottiene il convento e destina infine gli ambienti a funzioni relativamente insolite: uno spazio per la banda musicale “Pasquale Anfossi”, uno spazio ai Neri della Misericordia, gran parte all'asilo infantile e altra parte, in senso altamente educativo, alla prigione. Quest'ultima funzione dura fino al dopoguerra. Poi l'abbandono.

Di buono c'è che il Comune ha recentemente ricostruito le coperture, i tetti. Indubbio il fascino dell'ambiente, se ben proposto. Difficile, invece, la raggiungibilità, inesistente il parcheggio e quindi tutto dovrà essere migliorato per arrivare ad una fruizione il più facile possibile da un pubblico che è sempre più esigente in materia di hotellerie.

E inoltre gli spazi da restaurare sono molto ampi: le necessità economiche sono pressanti. Ce la faranno ??? Un po' diverso il caso di villa Vista Lieta a San Remo: una spettacolare dimora dalle caratteristiche edilizie singolari, su corso Inglesi, con arredi prestigiosi e grande parco.

É stata costruita nel 1901 per il colonnello inglese Morgan Darjmple e viene venduta nel 1912 a Thomas Boyd, che la lascia in eredità alla figlia Daisy. Quest'ultima, ammiratrice di Mussolini, dona al Duce tutto il complesso con gli arredi. Mussolini destina il complesso, dotato di un grandioso parco, agli ufficiali a riposo e questa funzione viene mantenuta fino a poco tempo addietro. Purtroppo non si è potuto porre mano a lavori di restauro e ripristino del parco ora necessari.

Anche in questo caso gli accessi sono problematici e manca un parcheggio coperto per un considerevole numero di automobili. Chiunque si occupi di questa villa e del suo parco dovrà fare un bel sacrificio economico. La resa spettacolare è però assicurata. Se si instaura un circolo economico-gestionale virtuoso, considerando la destinazione di medio-alto profilo, che ora non è eccezionale in Liguria occidentale, allora si potrà arrivare ad un risultato concreto.


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