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10.11.2012 - Donatella Lauria

Arresti eccellenti e scioglimenti per mafia: ma dove risiede la verità?

Arrestati un anno fa alcuni esponenti di famiglie del Ponente ritenuti mafiosi e poi dopo un anno e mezzo scarcerati perchè "il fatto non sussiste". La mafia in Riviera, le operazioni, i blitz, gli scioglimenti dei Comuni e poi....?

Il dibattito pubblico intorno all’argomento della mafia si accende spesso in occasione di eventi criminosi, specie se si tratta di episodi crudeli.

La reazione dei vari attori (politici, civili, imprenditoriali, ecc.) è sempre segnata da un mix di scoramento e di indignazione. In netto contrasto con questo modo di reagire di fronte alla presenza mafiosa operò Giovanni Falcone con la sua celebre frase: ”la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” (Falcone 1992). Le mafie dunque hanno una natura storica, e possono essere sconfitte, chiedendosi quale sia la strategia più efficace affinché ciò possa realizzarsi nel più breve tempo possibile. Questo compito spetta primariamente allo Stato, e poi alla società civile, ma può essere anche sostenuto dalle scienze sociali, nel momento in cui esse riescano a mettere in evidenza le relazioni ed i nessi tra politica e le economie locali e globali, o studiando i modelli organizzativi criminali. La normativa riguardante lo scioglimento delle amministrazioni locali nasce sull’onda dell’ “emergenza” mafiosa scaturita dopo una serie concentrata di omicidi nella primavera del 1991. E' significativo l'esempio di di tre Comuni: Fondi, Desio e Lamezia Terme. La scelta delle città deriva da diverse ragioni. Innanzitutto la posizione geografica che occupano,rispettivamente centro, nord e sud Italia; in più ciò che differisce tra le tre è la natura dei casi ed il loro svolgimento. Basti pensare ad un comune come Fondi, con evidenti infiltrazioni mafiose, non sciolto per questa motivazione ma per auto-scioglimento; ed un altro, come Lamezia, sciolto per ben due volte dal Ministro dell’Interno sempre per infiltrazioni mafiose.

Dalla nota e indimenticabile operazione antimafia nell'imperiese, datata 2011, confermano che i reati contestati agli imputati sono tipici reati di stampo mafioso: dalle estorsioni alle minacce arrivando anche allo sfruttamento della prostituzione. Non cose da poco.
Nella notte tra il 12 e 13 giugno, coordinati dalla Procura di Sanremo, sono entrati in azione un centinaio di agenti dell'Arma dei Carabinieri con l'ausilio anche di due elicotteri e di unità della Guardia di Finanza, in uno scenario che non era quello della Locride o di Palmi, bensì quello tra Sanremo, Ventimiglia e Bordighera. Il tutto fu ripreso anche dalle telecamere della Rai e riproposto nella nota trasmissione Report.

Dopo un anno e mezzo esatto la situazione si ribalta. Il  Gup del tribunale di Genova assolve i 10 presunti vertici della 'ndrangheta in Liguria, imputati a margine dell'inchiesta battezzata 'Maglio 3', condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Lavoro sprecato?

Alla luce di questo, alla luce di uno scioglimento comunale causato dalle stesse  presunte infiltrazioni mafiose è quasi d’obbligo riflettere sul modus operandi della giustizia. Sembra che regni ormai la formula temporale “prima si e poi no”;  senza pensare che il “durante” può davvero costare la vita a tanti soggetti che perdono lavoro, casa, famiglia, onore e dignità. E inoltre, dopo anni di inchieste, vengono liberati dalle manette e rispediti a casa, magari con una “stretta” di mano. E sarà poi giusto restituirgli la libertà?  Sembra che le prove originarie utilizzate dagli inquirenti per formalizzare gli arresti d’improvviso si sgretolino come neve al sole e non abbiano più un senso. Da che cosa dipende questo nuovo “sole”?

Si tratta di un argomento  delicato e spinoso. Ma Ponenteoggi ha voluto dare uno spunto di riflessione, il giorno dopo, a chi si trova a leggere spesso articoli giudiziari di arresti eccellenti, provvedimenti importanti e dopo mesi ad assistere al "ribaltamento" di ciò che in precedenza era accaduto.


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