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07.08.2014 - Redazione

Caso Scajola, l'intervento dei familiari:"ci state infangando"

"'Nicchie scavate nel muro. In piccoli vani nascosti da quadri o stampe. Edicole'. Anche questo, oggi, si legge (nel caso specifico sul quotidiano 'La Repubblica') tra le tante montagne di fango, fin qui montate grazie alla giustapposizione a effetto di fatti, interpretazioni, fantasie, calunnie". Lo scrivono in una lettera aperta Maria Teresa, Lucia e Piercarlo Scajola, rispettivamente moglie e figli dell'ex ministro dell'Interno. "Assicurando che non esiste un archivio segreto di Claudio Scajola, ma una serie di ordinari angolari rapid che raccolgono buona parte della sua non ordinaria vita (ecografie dei figli nella pancia della mamma comprese), registriamo la profonda inquietudine per quello che stiamo vivendo. Non e' il merito a farci rabbrividire, ma il metodo. Un metodo che consente di rappresentare e consolidare l'immagine di una persona per cio' che non e', aggredendola nelle uniche ricchezze cha ha avuto: il suo consenso e la sua famiglia", prosegue la lettera. "Claudio Scajola e' stato arrestato come il peggiore dei boss, prima del processo, ed e' tutt'ora in stato di custodia cautelare, sulla base di fantomatiche accuse di partecipazione esterna in associazione mafiosa, non supportate da alcuna prova e lunari per chiunque ci abbia avuto a che fare anche per una sola ora della sua vita. E' grazie a questa accusa, gia' rigettate dal Gip, che si sono svolte le costosissime indagini, fatte di migliaia di intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni, intercettazioni ambientali. E' per queste accuse, rigettate e anche risibili una volta aver letto le carte depositate, che Claudio Scajola e' ancora in regime di custodia cautelare", aggiunge. "L'8 di agosto sarebbe scaduto il termine. Il 5 di agosto e' stato invece autorizzato il rito immediato per l'unico reato discusso: tentativo -da dimostrare!- di procurata inosservanza della pena. Per questo reato non sarebbe prevista la custodia cautelare e probabilmente, anche in caso di condanna definitiva, nemmeno un giorno di carcere, poiche' si tratta di una persona incensurata. Ciononostante, Scajola non puo' riavere la liberta'. E i suoi figli, ad ora, devono dormire fuori di casa 5 giorni su 7. Fa rabbrividire la facilita' con cui si puo' arrivare a distruggere un uomo. Noto o meno noto che sia. Ma non vogliamo mai smettere di avere fiducia nella Giustizia della magistratura", concludono Maria Teresa, Piercarlo e Lucia Scajola.


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