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19.07.2013 - Donatella Lauria

Morte del senegalese: basta moralismi o accuse, si è spenta una vita umana

La Commissione Straordinaria in segno di lutto ha deciso di sospendere le manifestazioni odierne. Il ragazzo era a digiuno per il ramadan.

Un equivoco. Così si dice. Sta di fatto che è morto un ragazzo di 35 anni che cercava di lavorare. Non aveva la licenza? Un reato per il fisco, è vero, ma pensiamo che in questo periodo di crisi tutti devono mangiare. E pensiamo ai veri e pesanti reati “fiscali” che leggiamo ogni giorno.

Spaventato dalla vista della polizia si è gettato in mare. E’ annegato, portandosi dietro la paura e lo sconforto. Non si vogliono attribuire colpe. Sono molte le opinioni che ora si leggono su facebook. Alcuni colpevolizzano le forze dell’ordine, altri urlano che “questi extracomunitari potevano stare a casa”. Ma di fronte ad una morte, di fronte alla scomparsa di un giovane, non si potrebbe fare un po’ di silenzio in segno di rispetto? Si è spenta  una giovane vita umana che cercava di gettare le basi per il proprio futuro.

Ponenteoggi non vuole fare moralismi. Vuole solo fermarsi a riflettere. Abbiamo riportato la cronaca del caso. Come nostro dovere. Ora la coscienza è di ognuno.

La protesta dei senegalesi è stata solo un gesto dettato da una ferita profonda, alimentata dalla disperazione per una situazione economica tragica. Non si danno colpe e non si cercano colpevoli. Si tratta di persone. Che hanno bisogno di mangiare e lavorare. Non facciamo di tutta l’erba un fascio.


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