domenica 16 giugno 2024
27.07.2013 - Giuseppe Picchianti

Il Sabbatico di Pino Petruzzelli in anteprima a San Biagio

A metà strada tra gli olivi e le stelle, ieri sera, nel piazzale dell'Annunziata a San Biagio è andata in scena l'anteprima nazionale di “Sabbatico”, l'ultima piéce di teatro scritta e interpretata da Pino Petruzzelli, volto conosciuto ma sempre ricco di nuove sorprese.

 Il “Sabbatico” di Petruzzelli riprende e porta sulla scena, tra le foglie degli olivi, l'istantanea di vita di un cinquantenne, che, da mattina a sera, si ritrova in cassintegrazione. Tutto sembra andare per il verso sbagliato sin dall'inizio del racconto: il caffè, ormai divenuto freddo, offerto dal capo del personale all'unico protagonista di questa storia, mentre gli comunica la scelta dei “minori costi possibili per splendidi ricavi in termini di economia di gestione”. Da qui la scelta di effettuare una piccola gita di qualche giorno, portando in spalla zaino, dubbi e la speranza di ritrovare se stesso e di distogliere la mente da quelle che poi saranno false preoccupazioni.

Dalle alture di Genova, a Peschici, in Puglia, per un fortunato e sempre imprevedibile gioco della sorte, o meglio, della fortuna, il cassiere in cassintegrazione viene sfidato ad affrontare quello che mai avrebbe immaginato: da semplice cinquantenne scoprirà frammenti di vita altrui, ai quali la vita ha assegnato imprecisati compiti. Nel viaggio lo spettatore e il protagonista assisteranno alla scoperta della ragione di vita di cacciatori solitari, di un gruppo di musicisti e danzatori occitani, il dolce profumo dell'amore, l'acre destino di alcuni immigrati verso i CIE e altre avventure non volute, che avranno però il grande compito di traghettare spettatore ed attore verso un'evoluzione psicologica tranchant.

 Con quali lenti guardare il mondo? Quale la vera condizione umana, al cospetto della sopravvivenza, tra i marosi della fortuna? Probabilmente non è dato saperlo, però, Petruzzelli e il suo monologo un indizio lo offrono, nascosto tra i ricordi e le emozioni di un sabbatico di un cinquantenne pugliese, trapiantato a Genova, ma che il destino vorrà riposizionarlo là, dove vivere avrà un nuovo significato di vita. Serve sempre una carta d'identità per conoscere una persona? Serve sempre conoscere il suo nome e cognome? No, se a questa persona dai fiducia. No, se provi a capirla. No, se con lei vuoi condividere qualcosa che per te é davvero prezioso. No, se con questa persona puoi dirti pronto ad accettare ogni sfida possibile o a condividere la gioia della felicità.

 Anche, ma soprattutto, questa volta, Pino Petruzzelli è riuscito davvero a toccare col bisturi dell'arte teatrale la condizione esistenziale che, da travagliata e terribile, si trasformerà nella più bella tra tutte quelle possibili. Mai come questa volta “essere liberi è nulla, divenirlo è cosa celeste”. 

 


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