"L’atto intimidatorio di cui è stato vittima il sindaco Capacci è indubbiamente vile, grave e deprecabile, oltre che inedito: non ricordo fatti del genere a Imperia. Il nascondersi dietro l’anonimato è poi, come sempre in casi del genere,  particolarmente odioso. Il gruppo consiliare del PdL ha già espresso la propria solidarietà incondizionata, che rinnovo anche a titolo personale. Torno sull’argomento, tuttavia, perché reputo necessarie alcune considerazioni. E’ più che mai opportuno, in situazioni come queste, mantenere bassi i toni e lasciare che gli inquirenti chiariscano i contorni della vicenda: parlare prima che se ne sappia di più può essere controproducente o fuorviante, oltre che poco razionale. Ogni sorta di strumentalizzazione o di banalizzazione dell’accaduto (come qualcuno ha immancabilmente provato a fare), è poi davvero fuori luogo. Si tratta di un fatto da prendere sul serio, ma da non usare per le proprie rivendicazioni di parte, qualunque esse siano. Piuttosto la politica in situazioni del genere deve saper cogliere il disagio che attraversa la nostra società e che non risparmia la nostra città. In un periodo di crisi, non solo economica, la responsabilità di chi fa politica diventa ancora maggiore, e investe tutti, maggioranza e opposizione. Per questo ritengo che il clima debba essere, pur nella contrapposizione tra le parti, anche aspra se del caso, sempre corretta e costruttiva. Non sarebbe male, poi, che in ambiti amministrativi particolarmente sensibili come il sociale e come le problematiche sanitarie (particolarmente pressanti e ineludibili anche nella nostra realtà), si instauri un clima di autentica collaborazione, nell’esclusivo interesse della città e soprattutto dei soggetti più fragili, che subiscono in varia misura i disagi e le difficoltà di una congiuntura economica da tempo preoccupante.

Come non faremo mancare le critiche che riterremo necessarie, così non ci sottrarremo a un dialogo concreto sui fatti".

Antonello Ranise