venerdì 29 marzo 2024
20.10.2013 - Donatella Lauria

Dal Consiglio Regionale, tuti i temi discussi oggi

 

Assente il Presidente del Consiglio Rosario Monteleone ha presieduto la seduta il vicepresidente Michele Boffa.

Cantiere scuola - lavoro di Bonassola (SP).

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria – Padania) ha illustrato un’interpellanza sul cantiere scuola - lavoro di Bonassola chiedendo di sapere per quale motivo la Regione Liguria non abbia più finanziato il cantiere di scuola - lavoro per i danni alluvionali di Bonassola, costringendo il Comune ad un sostanziale sforzo economico. Bruzzone ha polemicamente aperto il suo intervento comunicando che mentre stava parlando «mezza città di Savona è bloccata perché c’è un gruppo di cinghiali sotto la Torretta che non possono essere abbattuti perché la caccia è chiusa per colpa del Tar». Ritornando all’argomento della sua interrogazione, Bruzzone ha sottolineato che il cantiere scuola - lavoro denominato “Ripristino pulizia e percorribilità dei sentieri comunali, delle cunette e del letto dei corsi d’acqua” aveva un’importanza rilevante per le finalità sociali ed ambientali legate ai danni al territorio causati dall’alluvione del 25 ottobre 2011. Dispiace che siano stati interrotti questi lavori» . finalità dell’interrogazione è di portare all’attenzione del consiglio regionale portare vuoto.

Per la giunta ha risposto l’assessore alle Politiche attive del lavoro e dell'occupazione Enrico Giovanni Vesco: «I progetti finanziati dalla Regione Liguria nel  territorio alluvionato hanno coinvolto 24  comuni sui 26 che erano ricompresi nell’ordinanza di protezione civile. Il nostro impegno è stato volto a mettere in condizione i comuni di avviare il recupero del territorio e dare un reddito a molti lavoratori che avevano perso il lavoro a causa dell’alluvione o che erano in cassa integrazione o in mobilità. L’operazione ha funzionato bene con una grande partecipazione. Sono stati selezionati 149 lavoratori che hanno partecipato ai cantieri scuola-lavoro. Utilizzando la legge regionale 30 abbiamo finanziato questi cantieri esclusivamente con risorse della Regione, residui di finanziamenti inutilizzati e poi risorse dell’assessorato al lavoro per il 2012-2013 . Nella prima  fase i cantieri avevano una durata di 6 mesi, poi vista la grande partecipazione e l’impossibilità per molti che vi hanno partecipato di trovare occupazione sono stati prorogati di altri sei mesi con un investimento di 2 milioni e 500 mila euro. E i cantiere scuola-lavoro si sono rivelati un buon strumento per aiutare tanti disoccupati che faticano a trovare una nuova occupazione. Purtroppo oggi non siamo più nelle condizioni finanziarie di prorogarli anche se alcuni progetti ci sono stati suggeriti anche con un ordine del giorno approvato dal Consiglio. Quello che possiamo fare è sostenere forme cooperativistiche che possano essere riconosciute dai comuni. A Rocchetta Vara si è andati in questa direzione avviando una attività di raccolta differenziata porta a porta. Noi invitiamo gli stessi comuni a proseguire i cantieri scuola lavoro con proprie risorse o con il concorso di privati mentre prima era totalmente a carico della regione».

Francesco Bruzzone ha replicato di essere «soddisfatto della relazione svolta dall’assessore, che effettivamente ha dimostrato di essersi occupato del problema, ma molto contrariato dal fatto che quasi tutti i cantieri siano stati interrotti per mancanza di fondi».

Assegnare un elicottero alla stazione della forestale di Borghetto Vara

Luigi Morgillo  (Pdl) ha presentato un’interrogazione per chiedere «se sia intenzione dell’Amministrazione ripristinare l’elicottero dedicato al servizio di antincendio presso la stazione della Guardia Forestale di Borghetto Vara». Morgillo chiede anche «quanto è stato speso per gli spostamenti degli elicotteri provenienti da Genova e Imperia fino alla Spezia intervenuti su incendi nel territorio spezzino nel mese di agosto e se risponde al vero la notizia secondo cui la Regione Liguria non ha rinnovato le assicurazioni a copertura dei volontari AIB e se abbia tagliato i fondi per l’acquisto dei dispositivi DPI per i volontari, obbligatori per poter intervenire sui luoghi delle emergenze». Morgillo ha ricordato che mercoledì 7 e giovedì 8 agosto il territorio dell’entroterra spezzino, precisamente in località “Martinello di Calice”, tra i comuni di Calice al Cornoviglio e Beverino, era stato interessato da un grosso incendio che aveva creato danni e forti disagi ai residenti e ha sottolineato che quest’anno è stato cancellato nella provincia spezzina il servizio di antincendio fornito dall’elicottero che era di stanza presso la Caserma della Guardia Forestale di Borghetto Vara.  «La decisione di cancellare questo servizio di antincendio - ha detto - presa per motivazioni di risparmio, sta avendo ripercussioni pesantissime, totalmente lontane da quelle esigenze di contenimento di spesa auspicate». L’incendio, partito dalla strada, secondo il consigliere poteva essere domato in mezz’ora ma, purtroppo, si è dovuto attendere più di un ora affinché arrivasse il primo elicottero da Genova e più di due ore per il secondo, che arrivava da Imperia; quest’ultimo, poi, dopo pochi lanci, è dovuto ritornare indietro per carenza di carburante, con la grave conseguenza che un piccolo incendio si è trasformato in grande rogo, cancellando intere porzioni di bosco. «Questo grave disagio e disservizio si aggiunge - ha concluso - alle questioni ancora irrisolte legate al mancato rinnovo delle assicurazioni regionali per i Volontari A.I.B., Volontari Anticendio Boschivo, costretti a doversi autotassare non solo per essere coperti da assicurazione adeguata ma anche per acquistare i dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) obbligatori, cioè le tute e le divise necessarie per poter operare sugli incendi con un minimo di sicurezza».

In aula Morgillo ha rimarcato che, a detta degli esperti, l’incendio avrebbe potuto essere domato in tempi molto stretti, se l’elicottero fosse decollato dalla caserma di Borghetto. Al contrario di quanto accaduto.

Per la giunta ha risposto l’assessore all’agricoltura, Giovanni Barbagallo: «Il problema di ripristinare  l’elicottero antincendio presso la base del Corpo forestale di Borghetto non si pone, nel senso che la dislocazione degli elicotteri non è determinata una volta per sempre ad ogni inizio stagione, ma è soggetta a periodica revisione da parte della SOUP(Sala Operativa Unificata Permanente) e ad una quotidiana  rivalutazione in relazione alle esigenze del momento. Si tenga conto a questo proposito che  per spostare un elicottero da un capo all’altro della  Regione  non occorrono  mediamente più di 60 minuti».  In merito ai costi sostenuti per lo spostamento degli elicotteri nelle giornate dell’intervento indicato da Morgillo, e cioè il 7 e 8 agosto 2013, Barbagallo ha chiarito: «Le ore di volo per lo spostamento dei due elicotteri dalle proprie basi operative e quelle su luogo dell’incendio sono costate complessivamente 21.765,70 euro. Non possiamo quindi definire l’intervento particolarmente oneroso». L’assessore ha ricordato che la polizza assicurativa era stata disdetta dopo un incidente gravissimo, verificatosi nella passata legislatura. «Riguardo alla copertura assicurativa per i volontari antincendio boschivo - ha detto -  la Regione si è attivata tramite il proprio broker, per individuare le soluzioni alternative, supportate da un sostegno finanziario regionale, che si stanno studiando insieme all’assessorato alla Protezione civile ed ai referenti del volontariato e dei coordinamenti provinciali delle organizzazioni di protezione civile, percorrendo le esperienze già avviate in altre realtà regionali come il Piemonte. La copertura assicurativa per la responsabilità civile a favore del volontariato è rimasta attiva, Per quanto riguarda i contributi al volontariato di antincendio boschivo, la Regione negli anni 2011 e 2012 ha impegnato per le attività del volontariato di antincendio boschivo 255 mila euro trasferiti ai Comuni che dispongono di una squadra di volontari Aib per il potenziamento delle unità  di intervento tramite l’acquisto di attrezzature  di squadra ed individuali. Alle organizzazioni di volontariato ha assegnato l’importo di euro 154.594. Per effettuare le attività formative  e addestrative del volontariato Aib sono stati impegnati a favore delle amministrazioni provinciali 115 mila euro. Per le campagne antincendio boschivo 2011-2012 la Regione ha assicurato il suo concorso finanziario alle spese  di carburante sostenute dalle squadre dei volontari AIB sia per le attività di prevenzione che di spegnimento per un importo complessivo di circa 60 mila euro. In questi giorni si stanno definendo  gli atti per erogare alle squadre comunali di volontari Aib  l’importo di euro 158 mila e alle organizzazioni di volontariato 148 mila euro, da utilizzare anche per potenziare le attrezzature individuali». Morgillo si è detto parzialmente soddisfatto della risposta: «E’ importante sostenere il volontariato  - ha detto - Ritengo necessario che la giunta valuti gli elementi emersi, per ripristinare l’elicottero a Borghetto che potrebbe servire non soltanto la zona, ma anche da supporto a quello in servizio a Genova, per qui territori che si trovano a metà strada».

Centrale Tirreno Power

Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) ha presentato un’interpellanza sul caso della centrale termoelettrica di Vado Ligure. Siri ha ricordato che nel 2002 l’impianto è passato a Tirreno Power che ha iniziato l’attività il 29 gennaio 2003, incrementando la potenza complessiva dei propri impianti. Attualmente la centrale è costituita da un’unità a ciclo combinato che utilizza due turbine alimentate a gas naturale e da due unità a carbone da 330 MW cadauna. Nel 2007 Tirreno Power ha attivato presso il Ministero dell’ambiente la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione di una terza sezione alimentata a carbone della potenza elettrica di 460 MW. «Con la deliberazione 658 del 19/06/2007 la Giunta regionale si è espressa negativamente sul progetto di potenziamento presentato da Tirreno Power e con deliberazione 1117 del 6 agosto 2009 la Giunta ha negato l’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero dell’Ambiente per rilasciare l’autorizzazione. «Una scelta smentita dalla deliberazione 1107 del 14/09/2012 nella quale, - ha spiegato Siri - la Giunta, contrariamente a quanto deciso tre anni prima, ha espresso parere favorevole al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la realizzazione della terza unità alimentata a carbone della potenza elettrica di 460 MW. Supposto che il nuovo gruppo a carbone dovrebbe essere di più moderna concezione e di minore impatto rispetto a quelli attualmente attivi resta, comunque, il fatto che questi ultimi funzioneranno ancora per 6 - 8 anni. Mentre gli ambientalisti denunciano un aumento impressionante delle patologie legate all’inquinamento nella zona soprattutto fra i bambini, la vergogna è che le rilevazioni dei dati sulle emissioni di polveri sottili sono state, assurdamente, eseguite dalla stessa Tirreno Power - ha aggiunto - che le trasmette al centro operativo provinciale gestito da ARPAL. Un lavoro che dovrebbe essere eseguito da un ente pubblico. La cosa vergognosa è che la Regione Liguria, dopo il 2006, non ha disposto, incomprensibilmente, alcuna indagine epidemiologica mentre sono emerse serie criticità ambientali e sanitarie legate all’emissione di polveri degli impianti a carbone che hanno spinto privati cittadini, organizzazioni locali e associazioni ambientaliste a presentare, nel corso degli anni, esposti alla Procura savonese che proprio per questo ha avviato un’inchiesta sul caso Tirreno Power». Siri ha infine chiesto alla giunta i motivi per cui «ha, in un primo momento, espresso parere negativo al potenziamento della centrale e, in un secondo momento ha sottoscritto l’Autorizzazione Integrata Ambientale senza pretendere il rispetto dei limiti delle emissioni previste dalle normative; perché ha sottoscritto, in Conferenza dei servizi, l’atto che ha portato l’autorizzazione AIA dove, per i vecchi gruppi a carbone, è stato concesso il funzionamento ancora per ben 6 - 8 anni, perché non sono pervenute né risposte né risultano provvedimenti concreti su quanto ripetutamente segnalato anche per iscritto dalla rete savonese “Fermiamo il carbone” sulle gravi problematiche ambientali; perché la Regione, attraverso l’Osservatorio regionale Salute Ambiente non abbia disposto alcuno studio epidemiologico nonostante le problematiche ambientali più volte denunciate, perché i controlli sulle emissioni non sono stati svolti da enti pubblici ma dalla stessa Tirreno Power, per cui il controllato risulta anche il controllore». Siri ha quindi criticato il fatto che il presidente e gli assessori regionali non abbiano incontrato la cittadinanza, i comitati, i partiti e le associazioni savonesi contrarie al progetto di ampliamento.

Per la giunta ha risposto l’assessore all'Ambiente e sviluppo sostenibile Renata Briano. «Mi dispiace molto che nella relazione si usino termini come vergogna e vergognoso. La giunta ha fatto il massimo di quello che era nelle sue responsabilità. Lei con queste parole ha offeso anche gli uffici che lavorano sulla questione. Non abbiamo mai nascosto nulla e attendiamo con ansia e rispetto la relazione conclusiva dell’indagine della magistratura. Non guardiamo solo al passato ma al miglioramento futuro dell’ambiente consapevoli che la situazione non è più sostenibile. Non è vero che ci siamo rimangiati un parere: i due progetti sono molto diversi. La proposta iniziale di Tirreno Power  era di fare un gruppo totalmente nuovo e di mantenere in vita i due gruppi esistenti  con un po’ di manutenzione. Il secondo progetto prevede un nuovo gruppo molto meno inquinante, la manutenzione totale del secondo gruppo e la chiusura di un gruppo più obsoleto. Tutti questi dovrebbero rispettare la normativa europea e nazionale in materia di inquinamento. Questo è il parere che abbiamo dato per l’AIA cercando di coniugare lavoro e ambiente. In pratica, pur aumentando la potenza installata, si avrebbe una diminuzione dell’inquinamento. Sono inoltre previsti interventi importanti come la copertura del carbonile che oggi ha un ruolo importante nella diffusione delle polveri sottili. In quanto ai dati sulle emissioni dobbiamo tenere conto dell’inquinamento diffuso: quello proveniente dal traffico, dal riscaldamento e così via. Non possiamo, quindi, attribuirlo tutto alla centrale. Per la raccolta dei dati abbiamo destinato 300 mila euro ad Arpal che analizzi anche gli inquinanti non normati dalla legge. Abbiamo ottenuto invece un’indagine epidemiologica dal Ministero della salute e istituito il Comitato salute e ambiente. I Comuni hanno nominato propri esperti. I nostri uffici stanno inoltre valutando complicata vicenda dei ricorsi».

Siri ha ribattuto: «Greenpeace denuncia che Vado è fra i 4 impianti più inquinanti d’Italia. Ci sono accuse di disastro ambientale e di omicidio colposo plurimo per l’aumento a Vado e zona circostante di 500 bambini e 1500 adulti deceduti in più rispetto della media nazionale. Mentre l’attenzione mediatica si è concentrata su Taranto, alla  Tirreno Power i controlli li ha fatti l’azienda stessa. Si sono messe le volpi a guardia delle galline».  

Sostegno economico alle famiglie in difficoltà nel pagamento degli affitti

Roberto Bagnasco (Pdl) ha presentato un’interpellanza, sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Matteo Rosso, Gino Garibaldi e Franco Rocca, per chiedere alla giunta «i motivi per i quali non siano stati inserite a bilancio le risorse necessarie per incentivare i Comuni che impegnano una maggiore quantità di risorse per soddisfare un’esigenza sociale così delicata ed essenziale come la casa aiutando le famiglie messe difficoltà dalla recessione economica».

Dopo aver rilevato che la crisi del Paese incide in maniera sempre più pesante sulle famiglie Bagnasco ha aggiunto: «La Regione Liguria ha azzerato il finanziamento relativo al sostegno delle locazioni nel momento in cui lo Stato non ha ridotto i fondi destinati al sociale. Questa scelta ha messo i Comuni nella condizione di non poter erogare i contributi necessari a risolvere e prevenire le difficoltà di pagamento degli affitti e delle utenze da parte delle famiglie. Inoltre non sono previsti nel bilancio della Regione i fondi necessari per soddisfare la pressante richiesta di aiuto proveniente dalle famiglie in difficoltà».

Per la giunta ha risposto l’assessore all’edilizia Giovanni Boitano: «A livello nazionale il fondo per gli affitti è azzerato da due anni. Questo porta alla mancanza di cifre importanti. Negli anni passati erano stati erogati dai 6 ai 10 milioni all’anno. Non c’è dubbio che oggi  bisognerebbe fare di più soprattutto nei comuni maggiori dove il problema è più drammatico.  Nel 2008 quasi il 100 per cento delle domande arrivò dalle località principali. Parliamo di 10 mila domande nel 2005 salite a 15 mila nel 2011. La Regione Liguria ha cercato di dare sostegno al settore ma bisogna trovare il modo di far incontrare domanda e offerta. Com’è noto, ci sono in Liguria circa 40 mila case sfitte. La scelta di introdurre una tassazione più semplificata, come la “cedolare secca” del 15 per cento sugli affitti, può aiutare molto. Per quanto riguarda il patrimonio di Arte, la percentuale di alloggi sfitti è molto ridotta e deve tendere allo zero, per il patrimonio comunale è molto più alta e deve essere portata a un fisiologico 3-4%. L’altra azione che abbiamo svolto è quella in favore dei padri separati: un problema sociale sempre più diffuso».

Roberto Bagnasco ha replicato: «Non troviamo nessuna negatività generale nel lavoro dell’assessore. Crediamo però che la nostra proposta di non aiutare tutti i comuni ma solo quelli virtuosi, andrebbe presa in maggiore considerazione. In generale dobbiamo tenere conto che, quando una famiglia non riesce a pagare l’affitto, alla fine è costretta a lasciare l’immobile e a pesare sull’ente pubblico. Occorre quindi trovare nelle pieghe del bilancio le somme necessarie per avviare un processo virtuoso che, aiutando queste famiglie, eviti che pesino sulle amministrazioni stesse» .

Concomitanza fra Salone nautico e festa della marineria a Spezia

Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) ha presentato un’interpellanza per conoscere le motivazioni per cui la Regione - nel suo ruolo di programmazione e massima valorizzazione delle iniziative di rilevanza internazionale che si svolgono in Liguria - non sia intervenuta affinché non venisse a verificarsi la sovrapposizione fra “53° Salone Nautico Internazione” e la “Festa della Marineria” durante lo stesso fine settimana. Pellerano ha ricordato che il “Salone Nautico Internazionale di Genova”, fin dalla sua nascita, rappresenta una delle principali vetrine di Genova e della Liguria nel mondo e che quest’anno la manifestazione si è tenuto in versione più corta che impegna un solo fine settimana invece di due come in passato. «Il ridimensionamento del Salone Nautico è un grave sintomo della crisi che sta vivendo il settore cantieristico e della nautica da diporto, - ha aggiunto - ma è anche la conseguenza di errate politiche nazionali penalizzanti nei confronti della nautica, di errori gestionali da parte dell’Ente Fiera e di mancanza di attenzione da parte delle istituzioni locali. Eppure nello stesso periodo in cui era in programma questa delicata edizione del Salone, e precisamente dal 3 al 6 ottobre 2013, La Spezia ha ospitato la terza edizione della “Festa della Marineria”, con la tappa conclusiva della regata del Mediterraneo, cui partecipano 36 Tall Ship di diversa nazionalità. Si è trattato di 4 giorni con oltre 100 eventi gratuiti e un ricco programma di regate, esibizioni di barche storiche, visite ai velieri, mostre tematiche, spettacoli, musica e gastronomia. Si tratta, dunque, di due eventi di rilevanza internazionale, entrambi incentrati sul tema del mare e della marineria; e tale evidente sovrapposizione non può che avere effetti negativi in termini di partecipazione massima ad entrambe le manifestazioni, con conseguente – ulteriore – riduzione del relativo indotto per Genova e La Spezia. In pratica ci hanno rimesso sia Genova che La Spezia».

Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria Padania) ha illustrato una sua interrogazione sullo stesso argomento: « Non posso che associarmi alle considerazioni del consigliere Pellerano: sarebbe necessario un coordinamento per dare la possibilità, anche se non si potevano tenere i due eventi in due periodi diversi, di fare un unico grande evento e consentire di raggiungere le due sedi con navette o grazie ad agevolazioni. Le due città  si devono parlare un po’ di più. Lo scorso anno abbiamo avuto una riduzione tra il 50 e il 70% del settore nautico, la Fiera di Genova è in grave crisi e la Regione ne è azionista. La politica ha una grossa responsabilità in tutto questo. Bisogna creare il sistema Liguria sia a livello portuale che diportistico. La pazzia dei nostri governi con il periodico cambio della normativa a seconda di chi governa  ha fatto sì che l’utenza si trasferisse a Cannes e il mercato nautico scappasse dall’Italia. Mi auguro che l’assessore in futuro coordini gli eventi e riesca a mettere a sistema la Liguria». 

Per la giunta ha risposto Renzo Guccinelli , assessore allo Sviluppo economico, industria, commercio. «La vicenda può essere vista anche con un’ottica diversa: con la  soddisfazione derivante dal fatto che questa Regione è in grado di mettere in campo due eventi con una rilevanza che va ben oltre i confini del nostro territorio e i due eventi sono andati bene entrambi nonostante il periodo di crisi che viviamo. La Festa della marineria è una novità e non ha cadenza annuale. Ha però dimostrato di avere una fortissima capacità di attrazione. Le presenze sono state quantificate in 300 mila, ma anche il Salone di Genova nella sua formula rinnovata ha funzionato in momento in cui si metteva in discussione la possibilità stessa di farlo. Addirittura alcuni marchi che si erano allontanati negli ultimi anni sono tornati. Siamo riusciti non solo a salvare ma a dare una prospettiva per il futuro alla Fiera. In quanto a un loro coordinamento, occorre ragionarci: dobbiamo ricordare che si tratta di due eventi differenti e il fatto che si svolgano lo stesso fine settimana per certi versi garantisce un maggiore impatto sui media internazionali. Aver portato alla Spezia la tappa della regata delle Tall Ships ha evitato che essa venisse organizzata in una località fuori della Liguria. In ogni caso lavoreremo certamente perché nelle prossime edizioni non si verifichi nei limiti del possibile la sovrapposizione fra i diversi eventi. Occorre poi garantire la forte partecipazione dei tanti territori, ciascuno con la propria vocazione. Non dobbiamo veder tutto nero. Seppure in quadro di difficoltà i porti liguri non vanno male: aumenta il traffico merci e quello crocieristico, alla Spezia si sono affacciate nuove linee crocieristiche. Dobbiamo lavorare tutti perché la nautica e il sistema portuale diventino ancor di più punti di forza del nostro territorio.  Sulla nautica si è messo mano ad errori anche di immagine che s sono fatti in passato e segnali positivi sono giunti da questo governo. Dobbiamo consolidare l’impegno per lavorare che le nostre manifestazioni crescano non si vadano a sovrapporre».  

Lorenzo Pellerano ha replicato: «Su questi temi bisognerebbe parlare col sindaco Doria che non ha trovato l’occasione per far venire le Tall ships a Genova e non trova modo di valorizzare la Fiera e di farne la prosecuzione del porto antico» .  

Edoardo Rixi ha aggiunto: «Anch’io sono assolutamente rimasto allibito che il sindaco Doria non abbia voluto utilizzare l’opportunità offerta dalla regata delle Tall Ships. Dispiace che su questi eventi non si riesca a coordinare. Il problema di Genova è che non riesce a  fare gli investimenti necessari per adeguare il suo porto e le grandi compagnie fuggono a Savona, a Vado e alla Spezia».

Assenti: Montaldo e Scajola (motivi istituzionali), Monteleone e Saso (motivi personali)

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