venerdì 19 aprile 2024
19.11.2013 - Donatella Lauria

Politica: il Consiglio regionale, tutti i punti discussi oggi

Manifesto degli eventi turistici liguri

Marco Scajola (Pdl) con un’interrogazione sottoscritta anche da Roberta Gasco (Pdl), ha chiesto alla giunta come intenda incrementare la promozione turistica «in maniera attiva e strutturata e quando intenda riattivare il tavolo di lavoro composto da consiglieri e funzionari del turismo per fare in modo che l’Ente eserciti concretamente un ruolo di indirizzo in quella che è l’attività economica più importante della Liguria». Scajola ha rimarcato che oggi manca una vera e propria regia che possa promuovere sia attraverso Internet, si attraverso materiale pubblicitario, l’immagine della regione  ed i tanti eventi che vengono organizzati.

Per la giunta ha risposto l’assessore al turismo Angelo Berlangieri: « Abbiamo lavorato per dare struttura e ordine nella gestione, nell’organizzazione e nella promozione dell’offerta turistica sul mercato straniero e italiano. Il vecchio sistema ha mostrato alcune pecche e lacune e per questo abbiamo pensato di riorganizzare il settore, per arrivare al varo di un piano coordinato per la  promozione turistica della Liguria, condiviso con tutti gli altri “attori”, L’ultima riunione si è svolta la scorsa settimana presso la Camera di Commercio di Imperia. Si è creato un sistema di partenariato locale con Province e Camere di Commercio e, ovviamente, Regione, per definire le priorità in termini di eventi, target e prodotti, per programmare la promozione e la comunicazione durante l’anno.  Si sono creati, quindi, 4 partenariati territoriali e un tavolo centrale regionale. A quest’ultimo partecipano l’assessorato regionale, l’Agenzia, il direttore di dipartimento ed un riferimento per ogni partenariato territoriale. Non si tengono in considerazione soltanto gli eventi - ha spiegato Berlangieri - ma anche i prodotti. Grazie al Piano si eviterà la sovrapposizione di eventi rilevanti in ambito regionale e tutti saranno al corrente delle strategie adottate. Gli incontri si sono svolti nei mesi precedenti e si sono conclusi la scorsa settimana.  Per il 9 dicembre convocheremo il primo gruppo di lavoro regionale, per arrivare, quindi, nelle settimane successive al piano coordinato per il 2014.  Per il futuro, il cronogramma ordinato prevede a settembre i tavoli locali, nella prima metà di ottobre un incontro a livello locale, a fine ottobre a livello regionale  e successivamente si arriverà al piano coordinato con le indicazioni esatte di eventi, priorità e strategie». . 

Scajola ha ribadito che mettere a punto un piano coordinato è sicuramente utile. Ha chiesto all’assessore di dare al piano «concretezza immediata».

 Telefonata al 118 dopo il crollo della torre piloti

Raffaella della Bianca (Gruppo misto-Riformisti italiani) ha presentato un’interrogazione sul tragico incidente accaduto nel porto di Genova il 7 maggio scorso quando la  torre piloti venne distrutta dalla portacontainer della “Messina” Jolly Nero provocando la morte di 9 persone e ha ricordato la telefonata ad un operatore del 118, di un uomo che, in modo preciso, ha descritto la  terribile sequenza dell’incidente avvenuto al porto di Genova, chiedendo un tempestivo intervento. «Quell’operatore del 118 - ha detto della Bianca  - ha perso minuti preziosi prima di dare l’allarme, continuando a ripetere le stesse domande all’uomo che nel corso della telefonata aveva descritto perfettamente, già da subito, la dinamica dell’impatto. Mi domando come venga formato il personale del 118 se, di fronte a simili emergenze, gli operatori perdono tempo prezioso a scapito della salvezza di vite umane».  

In aula Della Bianca ha ribadito che l’episodio fa sorgere perplessità in merito alla formazione degli operatori del 118 e su questo ha chiesto chiarimenti.

Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute, Claudio Montaldo: «Rispondo con i fatti, che credo siano la dimostrazione migliore di come funziona il nostro servizio e di come lavorano le persone preziose che vi operano. – ha detto -  La chiamata è arrivata alla centrale operativa  alle ore 23 e 35 secondi del 7 maggio 2013. E’ stata presa in carico in due secondi. La durata complessiva è stata di 67 secondi. La centrale operativa 118 ha attivato dieci ambulanze e due auto mediche.  Alle ore 23 e 7 minuti e 14 secondi è arrivata sul posto la prima ambulanza, alle ore 23 e 13 minuti la prima auto medica». Montaldo ha inoltre chiarito: «In merito alla formazione del personale del 118 si precisa che il sistema di intervista al chiamante utilizzato  dal 118 ligure è il “Medical Priority Dispatch (MDP), sistema certificato internazionale. Tutti gli operatori  hanno seguito un corso iniziale di 3 giorni per un totale di 24 ore con valutazione finale. Durante il corso i partecipanti imparano ad individuare la corretta causa principale, ad assegnare risorse adeguate, a comunicare efficientemente  tra soccorritori e chiamanti, a gestire utenti “difficili” e forniscono, quando necessario, istruzioni pre-avvio del mezzo di soccorso. Tutti gli operatori ricevono regolarmente un feedback attraverso valutazioni delle chiamate, ricevuto  attraverso altre fonti osservazione diretta. Sono previsti e realizzati corsi di aggiornamento»

Della Bianca ha replicato che non voleva porre l’attenzione sul singolo episodio ma sulla formazione degli operatori del 118.

 

Api da miele minacciate dalla "vespa velutina" 

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha illustrato un’ interrogazione (sottoscritta anche da Maurizio Torterolo e Edoardo Rixi, Lega Nord Liguria-Padania) sulla presenza in Liguria della "vespa velutina" e sui conseguenti rischi per le api da miele. Bruzzone ha chiesto alla giunta se intenda intraprendere iniziative tese ad evitare l’espandersi dell’insetto, monitorare la situazione e con quali modalità, garantire la salvaguardia delle colonie di api da miele locali e dell’economia ad essa collegate. «Un esemplare di “vespa velutina” - ha detto - è stato segnalato e catturato a Loano. Tale cattura è stata la prima in Italia di questa specie esotica ed invasiva. Questo insetto, proveniente dalla Cina, rappresenta una vera e propria minaccia trattandosi di una vespa carnivora che si alimenta delle api da miele nostrane Queste ultime, non conoscendo questo nuovo predatore, non sono in grado di difendersi efficacemente. Dobbiamo ricordare che nella nostra regione la produzione di miele ha assunto livelli rilevanti sia come qualità quantità che come qualità del prodotto e rappresenta una preziosa fonte di reddito per le aziende agricole, soprattutto di quelle collinari e montane che riescono a garantire un prezioso presidio al territorio ligure». Bruzzone ha chiesto un intervento urgente: «Purtroppo, non è la prima volta che in Liguria si verificano situazioni analoghe a quella trattata e che, a causa del mancato controllo e dell’assenza di adeguati dispositivi, si concludono con veri disastri ambientali» .

Per la giunta ha risposto l’assessore all’agricoltura Giovanni Barbagallo, il quale ha spiegato che l’animale in questione è un predatore proveniente dall’Asia. L’assessore ha quindi chiarito:«Predatori che mangiano le api ne abbiamo anche in Italia, mi riferisco i particolare ai calabroni,  ma quello di cui stiamo parlando, a differenza di quelli già presenti nel nostro territorio,  catturano le api in volo. Nelle zone dove il predatore è presente, le api hanno trovato tecniche di difesa e nel tempo, anche qui, potrebbero trovare la capacità e forza per difendersi. Ma è chiaro che occorre occuparsi del problema, cosa che stiamo già facendo. A fine mese si svolgerà a Sanremo un convegno proprio per analizzare il problema generato dalla presenza di questi predatori.  Da tempo abbiamo attivato con le associazioni un sistema per essere informati in maniera tempestiva sull’azione e sulla presenza della vespa vellutina, che è in vistosa crescita nella zona della bassa Francia. Per questo c’è un forte allarmismo. Noi stiamo lavorando per fornire informazione. Da tempo abbiamo  attivato una campagna informativa e aderiamo ad un progetto per monitorare l’entrata sul nostro territorio di questo insetto. Ma, soprattutto,  abbiamo previsto fondi, nell’ambito del piano regionale, a sostegno dell’apicoltura, in particolare per il rinnovamento di api e sciami decimati dalla presenza del predatore. Si stanno, insomma, cercando delle soluzioni»

Bruzzone ha inviato a non abbassare la guardia e intanto ha apprezzato l’attenzione rivolta alla presenza nociva del predatore.

 Casello autostradale di Rapallo

Roberto Bagnasco (Pdl) ha illustrato un’interrogazione relativa ai lavori effettuati all’uscita del casello autostradale di Rapallo. A suo avviso, nonostante l’ultimazione degli interventi, sono rimasti disagi e problemi. In particolare: benché siano state istituite due corsie di marcia per le autovetture che escono dal casello, la visibilità della prima macchina è peggiorata, avendo spostato la traiettoria delle auto che vanno verso Santa Maria del Campo e, per quanto riguarda la seconda autovettura, la visibilità è praticamente nulla. La difficoltà è rappresentata dalle auto che da San Pietro tornano verso il centro e, quindi, è forte la possibilità di incidenti. Bagnasco ha rimarcato, inoltre, che il cordolo che divide le corsie è troppo basso e non è stata allargata, dove possibile, la sede stradale. Il consigliere ha chiesto, quindi, alla giunta se considera i lavori effettuati all’uscita del casello autostradale di Rapallo realmente funzionali  al traffico, oppure se non ritenga di operare un ulteriore e più incisivo intervento della Regione. In aula Bagnasco ha ribadito che i vantaggi derivanti dalla realizzazione degli interventi sono pochi o nulli. «Bisogna passare a interventi più incisivi ed importanti», ha detto il consigliere, ricordando in particolare la realizzazione del tunnel Rapallo-Santa Margherita, del quale si parla da tempo, ma senza alcun esito.

Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture, Raffaella Paita: «Il miglioramento dell’uscita ha lo scopo di incrementare la sicurezza sull’autostrada e l’innesto nella rotatoria. Ho sempre detto che l’intervento non sarebbe stato risolutivo, ma che avrebbe migliorato  la situazione. E i dati ce lo confermano. Per quanto riguarda il tunnel Rapallo-Santa Margherita ho cercato di trovare un’intesa fra i sindaci, ma non ho ancora capito se vogliano o meno quest’opera. Ci sono posizioni articolate che  io ho ascoltato, ma finora non si è arrivati ad una soluzione condivisa. Senza abbandonare l’ipotesi tunnel, con il supporto di “Infrastrutture Liguria” ho individuato misure che consentano di lavorare su viabilità e trasporto pubblico. Sono convinta - ha concluso  - che quando un territorio si conquista risorse per una determinata opera, quelle devono rimanere sul territorio. E sono anche convinta che l’incisività di un territorio, anche dal punto di vista turistico, dipenda dalla sua accessibilità».

Bagnasco ha chiesto all’assessore di arrivare ad una proposta operativa, sulla quale chiedere un’intesa. 

 

Limiti di inquinamento da benzene  a Rapallo

Armando Ezio Capurro (Noi con Claudio Burlando) ha chiesto alla giunta  quali iniziative intenda intraprendere immediatamente al fine di porre rimedio ai dati allarmanti relativi a Rapallo, indicati dalla Provincia di Genova, a seguito del rilievo di benzene. Capurro ha infatti ricordato che in particolare a San Michele di Pagana è stato riscontrato un picco di benzene pari a 8,5, ben oltre i limiti di norma, e altri quattro sforamenti all’altezza della cabina di campo Macera, in via della Libertà. Presenze preoccupanti di benzene, secondo quanto riferito dal consigliere, sarebbero stati rilevate in alcune strade cittadine e, in modo particolare, sulla direttrice di Santa Margherita. Capurro ha rimarcato che il benzene è un tipico inquinante da traffico e i dati di Rapallo, con un grande centro urbano, flussi intensissimi di residenti e turisti e crocevia di collegamento anche per Santa Margherita e Portofino, ne sono un’evidente dimostrazione. A suo avviso, solo la realizzazione del traforo Rapallo-Santa Margherita o, nell’attesa, drastici provvedimenti di limitazione del traffico in direzione di Ponente, possono garantire la tutela della salute dei cittadini residenti.

«Chiedo all’assessore un intervento decisivo - ha concluso  - perché i valori medi del benzene già superano la media annuale, e siamo solo a metà novembre»

Per la giunta ha risposto l’assessore  all’ambiente Renata Briano:  «Il monitoraggio spetta alla Provincia mentre compito della Regione è procedere alla valutazione annuale della qualità dell’aria, entro i sei mesi successivi dell’anno a cui si riferiscono i monitoraggi, e aggiornare il piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria. Fino al 2012 le valutazioni annuali non hanno evidenziato superamenti dei limiti normativi per i diversi inquinanti, compreso il benzene, il rispetto del limite può essere verificato solo attraverso il monitoraggio in continuo per un anno in una postazione che rispetti i requisiti previsti. I rilevamenti per periodi minori possono essere comunque un utile strumento per valutare l’estensione del fenomeno. I dati richiamati nell’interrogazione – ha aggiunto – si riferiscono al 2013, in particolare quelli delle campagne effettuate dalla Provincia non erano noti alla Regione in quanto la Provincia li aveva comunicati solo ai Comuni in cui le campagne erano eseguite». L’assessore ha, quindi, riportato una sintesi delle informazioni acquisite dalla provincia di Genova: «La campagna, eseguita in 37 comuni fra il 15 aprile e il 22 aprile aveva rilevato la sussistenza di una criticità diffusa per il benzene lungo la direttrice  della Statale Aurelia, in particolare nei comuni di Recco, Sori, Bogliasco, Sestri Levante, Lavagna, Cogorno, Chiavari e Rapallo. Un’ulteriore campagna svolta fra il 3 e il 10 luglio ha rilevato criticità solo a Rapallo e Sestri. A Rapallo - ha specificato  - la postazione di rilevamento fissa in vai della Libertà per il periodo dal primo gennaio al 29 luglio 2013aveva rilevato un valore di benzene pari a 6,13 microgrammi, a fronte di un valore limite su base annua pari a 5, e un valore medio di NO2 pari a 49,7, a fronte di un valore limite su base annua di 40. Tali valori mostrano un incremento rispetto all’anno precedente e fanno presumere il superamento del limite entro fine anno». Briano ha annunciato che, per contenere le emissioni, verrà analizzato lo studio comparato fra diversi progetti per un sistema integrato che migliori la mobilità nel Tigullio, verrà realizzato un monitoraggio congiunto della qualità dell’aria e delle misure di traffico e, infine, una ipotesi di regolamentazione dei mezzi.

Capurro ha ribadito la necessità di un intervento urgente e ha suggerito di sistemare le centraline di rilevamento in strade a maggior intensità di traffico in modo da poter avere una valutazione più attendibile degli effettivi livelli di inquinamento.

 Condono alle concessionarie delle slot machine

Armando Ezio Capurro (Noi con Claudio Burlando) ha presentato un’interrogazione  per chiedere alla giunta «quali iniziative possa intraprendere per cercare di dissuadere il Governo ad  assumere un provvedimento (relativo al condono alle concessionarie delle slot machine) che, oltre risultare dannoso per le casse dello Stato, suona come una profonda ingiustizia nei confronti di tutte quelle persone oneste che rispettano le leggi e pagano le tasse». Capurro ha ricordato che nel 2012 ha promosso la legge regionale per la disciplina delle sale da gioco che si pone l’obiettivo di limitare nella nostra regione l’esercizio di queste sale che, «in questi ultimi anni, ha evidenziato, nella fascia più debole della popolazione, effetti negativi causati da ludopatia e producendo solo per le aziende che gestiscono i videogiochi cospicui ricavi». Il consigliere ha rimarcato che nel 2008 una sentenza della Corte dei Conti aveva stabilito che le dieci potenti concessionarie di slot machine presenti in Italia hanno causato una danno all’erario pari a 98 miliardi di euro,  che tale somma deve essere risarcita e che la stessa Corte nel 2012, a seguito del ricorso presentato dalle concessionarie e delle nuove nome entrate in vigore, ha condannato le concessionarie e due dirigenti dei Monopoli di Stato a risarcire 2,5 miliardi euro. «E’ stato, infine verificato - ha concluso – che, per quanto riguarda il decreto IMU approvato recentemente dal Governo presieduto da Enrico Letta, tra le fonti di copertura dell'abolizione dell'imposta sulla prima casa, i tecnici del Ministro dell'economia - Fabrizio Saccomanni - hanno fatto riferimento a circa 700 milioni di euro che dovrebbero arrivare da un condono contabile approvato dall'allora Governo Berlusconi con la Finanziaria del 2006».

Per la giunta ha risposto l’assessore alle risorse finanziarie, Sergio Rossetti:  «Si tratta di una vicenda tutta italiana.  E’ evidente che siamo di fronte ad una situazione dannosa non solo per il profilo economico, ma anche per quello sociale. C’è correlazione tra l’attività di gioco d’azzardo e la criminalità organizzata. Inoltre sempre più persone sono ammaliate dal gioco con dispersione delle economie familiari C’è connessione tra debolezza psicologica e reddituale.  Ricordo che il nostro Consiglio ha sempre dimostrato sensibilità alla questione, ha posto un primo tassello nel 2012 approvando due provvedimenti, uno relativo alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico ed un altro sulla disciplina delle sale da gioco. Quest’ultimo ha anticipato il contenuto di disposizioni statali in materia. Noi non perdiamo occasione per ribadire la nostra posizione e, poiché non possiamo fare interventi diretti, ribadiamo le richieste già avanzate dal presidente Burlando nel 2010, relative alla nostra contrarietà al condono e all’alleggerimento di multe e penali nei confronti delle società concessionarie delle slot, Speriamo che il nostro appello venga ascoltato» 

Capurro ha ribadito la necessità di continuare ad esprimere con forza la contrarietà a riduzioni e sconti che po9rtino vantaggi alle  concessionarie di slot

 Revisione legge regionale bollo veicoli storici

Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria – Padania) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta anche da Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria-Padania) e Marco Melgrati, Luigi Morgillo e Roberto Bagnasco (Pdl),  per chiedere la revisione della normativa regionale che regola il pagamento del bollo per veicoli storici.  Il consigliere ha ricordato l’articolo 63 della legge 342 del 2000, che ha introdotto importanti novità in materia fiscale per i veicoli ultratrentennali: in particolare, per quanto riguarda la tassa di possesso (il bollo), la legge prevede la conversione a tassa di circolazione forfettaria, da pagare solo nel caso in cui il veicolo sia effettivamente messo in circolazione su strada. La stessa legge - ha aggiunto Rixi- puntualizza che il beneficio si estende “agli autoveicoli e motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico per i quali il termine è ridotto a venti anni”, individuati “con propria determinazione” dall’ASI (Automotoclub Storico Italiano) e dall’FMI (Federazione Motociclistica Italiana).

«In Liguria l’applicazione dell’articolo 63 della legge 342 - ha spiegato il consigliere -  è disciplinata da un’apposita legge regionale e, precisamente, dall’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2005, n. 3 così come modificato dalla legge regionale 24 gennaio 2006, n. 2 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria (Legge finanziaria 2006)), la quale prevede espressamente l’iscrizione ad ASI/FMI. Ritengo, però, che tale legge contrasti con quanto dettato dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza n. 455 del 2005, secondo cui le Regioni hanno potere di riscossione ma non di interpretazione della legge e con la sentenza della Corte di Cassazione del 15 febbraio 2013. La Commissione Tributaria di Genova ha recentemente accolto, infatti, un ricorso di un cittadino contro la richiesta dell’attestato ASI perché è opinione della Commissione che questa richiesta violi non solo la legge, ma anche le norme imposte dall’Unione europea sulla libera concorrenza e che i poteri che, allora, “verrebbero attribuiti all’ASI darebbero luogo ad un diritto esclusivo in regime di monopolio contrario alle regole di concorrenza stabiliti dal TFUE”». Proprio per rivedere la norma il 21 marzo 2013 è stata presentata una proposta di legge regionale firmata dai consiglieri Rixi, Bruzzone, Torterolo, Melgrati e Bagnasco.

Per la giunta ha risposto l’assessore alle risorse finanziarie Sergio Rossetti: «La stessa sentenza della Corte costituzionale del 2005 è letta in modi differenti quando, invece, non ha fatto altro che dichiarare l’illegittimità costituzionale del comma 1 dell’articolo 10 della legge regionale 3 del 2005, perché prevedeva casi di esenzione dalla tassa automobilistica dei veicoli di particolare interesse storico e collezionistico non contemplati dalla norma statale. La Regione ha provveduto, quindi, alla modifica della legge limitando la potestà di certificazione a Asi e Fmi.  Prevedendo, quindi, l’iscrizione dei veicoli ai due registi la Regione ha voluto dare attuazione ai principi della norma statale, cioè la tutela di un bene storico-culturale che fosse in un ottimale stato di conservazione. Al contrario – ha aggiunto – l’autocertificazione non consentirebbe una valutazione tecnica di storicità e potrebbe consentire ad un veicolo ultraventennale ma ridotto ad un ammasso di ruggine di beneficiare di un’esenzione fiscale. Ad alimentare l’incertezza applicativa hanno contribuito alcune sentenze della Commissione tributaria di Genova del tutto contrastanti fra loro: talune affermavano la piena validità della norma regionale, altre la contestavano giungendo addirittura a disapplicarla». Rossetti ha ricordato che questa situazione è simile a quella di quasi tutte le regioni anche a causa dell’indeterminatezza della norma nazionale. «Una modifica della norma regionale potrebbe essere una soluzione tuttavia sarebbe auspicabile e ottimale una modifica della normativa nazionale che imponga chiaramente a Asi o altri soggetti di redigere un elenco per tipologia di veicoli, marca e modello, che funga da riferimento per tutti. Mi impegno - ha concluso Rossetti  - a portare la questione nel Coordinamento Affari Finanziari per richiedere al Governo una urgente riproposizione della norma erariale, che risolva i dubbi interpretativi e che tuteli realmente il patrimonio storico e culturale dei veicoli».

Rixi ha ribadito che gli appassionati sono costretti ad iscriversi ad una associazione privata secondo un metodo ereditato dal passato.

 Sospeso calendario venatorio, Bruzzone abbandona l’aula

Questa mattina il Consiglio di Stato ha stabilito con decreto di sospendere il nuovo calendario venatorio della Regione Liguria, il terzo varato i pochi mesi. Il Consiglio di Stato, che deve esaminare i ricorsi presentati da alcune associazioni ambientaliste, ha fissato il termine della sospensiva al prossimo 17 dicembre. E’ intanto prevista per il 26 novembre la decisione dello stesso Consiglio di Stato relativa al ricorso presentato a suo tempo dalle associazioni ambientaliste contro il primo calendario venatorio.

La notizia del decreto emesso questa mattina del Consiglio di Stato è stata annunciata durante la seduta del Consiglio regionale da Francesco Bruzzone, capogruppo  Lega Nord Liguria-Padania che, per protesta, ha abbandonato l’aula. Bruzzone ha precisato che tale protesta non è rivolta contro la giunta e tantomeno contro l’Assemblea: «Questa nuova sospensione dell’attività venatoria va a ledere il ruolo del Consiglio regionale. A che cosa servono le elezioni regionali se un’intera Assemblea fa atti e qualcuno li sospende? Non serve stare in Consiglio regionale se quello che facciamo viene leso da soggetti non democraticamente eletti dal popolo. Credo vada salvaguardata la democrazia all’interno delle istituzioni».

 Carenza di posti auto per persone disabili 

Matteo Rosso (Pdl) ha presentato un’interrogazione ricordando le segnalazioni arrivate dall’associazione Opera Nazionale Mutilati Invalidi, Centro Polivalente Servizi Sociali Comitato Provinciale relative alla carenza di posti auto, soprattutto negli ospedali, per persone invalide motorizzate e non accompagnate. Rosso ha ricordato che la legge 30 marzo 1971, n. 118 (comma 27 “Barriere architettoniche e trasporti pubblici”) stabilisce che è un diritto dei disabili poter beneficiare di posti auto riservati e ha chiesto alla giunta «quale sia la reale disponibilità di posti auto per persone disabili negli ospedali liguri e, vista la segnalazione da parte dell’ONMI, come intendano comportarsi al fine di garantire un’adeguata assistenza a queste persone». L’interrogazione affrontava in particolare il problema dei pazienti che devono svolgere quotidianamente il servizio di dialisi.

Per la giunta l’assessore alla Salute Claudio Montaldo ha risposto che in base alle normative viene riservato ai disabili come minimo un posto auto ogni 50 o frazione di 50 e che altri posteggi dovrebbero essere predisposti nella vicinanza dei reparti di dialisi e dei punti nascita. Ha anche ringraziato per le segnalazioni e i suggerimenti che possono giungere anche dall’opposizione su carenze e sull’eventuale inadeguata localizzazione dei posti auto riservati a disabili, diabetici e puerpere. Montaldo ha poi riportato le cifre relative ai posti auto riservati ai disabili nelle diverse strutture ospedaliere segnalando, dove questo è stato predisposto, la suddivisione dei posti a disposizione di diabetici e di puerpere.  A Imperia i posti sono: 6 per disabili, 5 per pazienti che necessitano di dialisi;  a Sanremo 13 per disabili e 6 per diabetici; a Bordighera 4 indifferenziati; al San Paolo di Savona 16; A Cairo 3; mentre a Pietra ligure sono 45 e 15 ad Albenga.

A Genova i posti riservati senza distinzioni sono: 12 al Villa Scassi, 11 al Migone, 4 al Gallino; 8 alla Colletta di Arenzano; 52 nei pressi dei padiglioni del San Martino- Ist; 29 al Gaslini, 15 al Galliera. Nel Tigullio la situazione è la seguente: 4 a Rapallo, 8 a Chiavari, 7 a Lavagna, 7 a Sestri Levante; 2  a Cicagna; 3 a Rapallo.

Alla Spezia presso l’ospedale S. Andrea sono riservati 5 posti ai disabili, 4 alle gestanti, 4 ai dializzati, 8 al pronto soccorso. Al San Bartolomeo di Sarzana i posti sono 12 per disabili e utenti dialisi, 4 per i disabili lato pronto soccorso; 12 per il pronto soccorso.

Matteo Rosso ha replicato che la sanità non è di destra o di sinistra e che da parte sua collaborerà sempre al miglioramento del servizio. Ha poi suggerito di chiedere alle associazioni di far pervenire regolarmente i loro suggerimenti e le segnalazioni.  

 

Ospedale di Levanto

Luigi Morgillo (Pdl) con un’interrogazione ha chiesto alla giunta se corrispondano al vero le notizie apparse sulla stampa locale, relative all’ulteriore depotenziamento dell’ospedale di Levanto ormai ridotto ai minimi termini. Il consigliere ha ricordato che in varie occasioni l’assessore alla salute, Claudio Montaldo, ha dichiarato che l’ospedale di Levanto non sarebbe stato chiuso né depotenziato, ma che agli attuali servizi sarebbero stati aggiunti servizi territoriali, in modo da farlo diventare un ospedale di comunità. Morgillo ha inoltre ribadito che nella programmazione sanitaria regionale è ancora previsto un punto di primo intervento presso l’ospedale di Levanto. Morgillo ha accusato l’amministrazione di «prendere in giro i levantesi perché di fatto ormai, nonostante le promesse di potenziamento, e il massiccio afflusso di turisti durante la stagione estiva, il presidio ospedaliero non esiste più, rimane la rsa mentre sull’utilizzo della struttura come  punto di primo intervento pesano le carenze di collegamenti veicolari». Morgillo ha chiesto: «La Giunta non è riuscita a far funzionare un gioiello come nefrologia, come può pensare di far funzionare un punto d’intervento su 16 ore a Levanto? E perché il 118, che era perfettamente funzionante, è stato trasferito a Brugnato?»

Per la giunta ha risposo l’assessore alla salute, Claudio Montaldo ricordando che la settimana scorsa si è tenuto un incontro con il sindaco di Levanto e i capigruppo al fine approfondire le proposte della Asl per un pieno utilizzo della struttura con un servizio dialisi che possa fungere anche da attrattiva per i turisti che soffrono di nefropatie. A questo primo incontro ne seguiranno altri. A livello amministrativo esiste, infatti la difficoltà a reperire le necessarie risorse umane e finanziarie. Una delle ipotesi è affidare a un soggetto privato la gestione della dialisi.  Per quanto riguarda il punto di primo intervento, è stato deciso di sospenderne l’attività durante la notte perché i numeri dell’accesso alla struttura erano molto bassi. Il 118 non è stato eliminato, è stata spostata a Brugnato l’auto medica in modo da metterla a disposizione soprattutto delle emergenze che si creano in autostrada. «Abbiamo difficoltà ad aggiungere un’automedica in zona per dedicarla esclusivamente a questo servizio - ha spiegato Montaldo -. In generale però si stanno valutando varie ipotesi sulle quali le diverse amministrazioni stanno lavorando: quando avremo perfezionato meglio la proposta torneremo in aula per illustrarle. Per Levanto, in ogni caso, stiamo parlando di un punto di primo intervento che non è adeguato a dare risposte a emergenze gravi che vanno dirottate ad altre strutture».

Morgillo si è detto assolutamente insoddisfatto della risposta. «L’assessorato dovrebbe porre più attenzione a questo problema. Da un anno è in circolazione una delibera dell’Asl 5 a cui nessuno ha dato seguito. Del servizio dialisi si parla da un anno, ma non si è fatto ancora nulla. Capisco le difficoltà economiche: è chiaro che tale servizio, che darà vantaggi importanti in futuro, nell’immediato avrebbe un costo, tuttavia se non si fanno investimenti è impossibile recuperare le fughe dai servizi in Liguria. Ricordo che a Levanto doveva esserci un ospedale a disposizione del territorio è stato smantellato».

 

Tetig S.r.l. verrà assorbita da Datasiel

Claudio Montaldo, assessore alla Salute ha risposto ad un’interrogazione che non aveva ricevuto risposta scritta nei tempi prescritti - presentata da Ezio Chiesa (gruppo Misto – Liguria Viva) sulla situazione “Tetig S.r.l.” della Azienda Sanitaria Locale N. 4 Chiavarese. Chiesa aveva chiesto se corrisponda al vero l’eventualità che “Tetig” cessi l’attività e, nel caso affermativo, quali iniziative la Regione intenda intraprendere al fine di garantire al personale attualmente occupato dall’azienda, se si prospetta, in caso di chiusura, il passaggio alla Asl 4 oppure presso aziende partecipate. Nell’interrogazione Chiesa ricordava che nel 2005 la Asl 4 ha costituito una s.r.l. - la “Tetig” appunto - con personale proveniente dalla stessa azienda sanitaria. Oggetto sociale della società era lo svolgimento di attività complementari e di supporto all'attività sanitaria, ospedaliera e territoriale della ASL 4. «Per svolgere queste attività fu assunto del personale, in parte amministrativo e tecnico e in parte informatico, con contratto a tempo indeterminato. Questo personale deve considerarsi a tutti gli effetti personale della asl, essendo “Tetig” una società partecipata al cento per cento. Negli ultimi tempi circolano voci di una possibile chiusura della società – aggiungeva Chiesa – e ai dipendenti sono state prospettate diverse soluzioni di lavoro, quali l’inserimento presso cooperative, sempre a servizio della asl, o la possibilità di venire integrati nella società informatica regionale “Datasiel”. Tutto ciò causa preoccupazione tra i dipendenti che vedrebbero perdere le proprie certezze sia lavorative che retributive».

L’assessore alla Salute Claudio Montaldo ha risposto che tutto il personale della Tetig è a tempo indeterminato: «Si tratta  di 20 dipendenti: 9 amministrativi, 10 informatici e un biomedico. Essendo uno strumento operativo interno alla asl, l’attività di Tetig viene svolta dai dipendenti direttamente presso  le sedi e gli spazi della Asl 4 dove vi è necessità, con l’esclusione del call center che ha a disposizione due locali per 65 mq complessivi. Per tutte le attività in cui Tetig non supporta la asl, quest’ultima si affida a Datasiel. Anche sulla base di una recente sentenza della Corte costituzionale, è intervenuta una nuova normativa nazionale che prevede il superamento delle società  emanate dalle asl. Oggi la soluzione più opportuna e semplice per risolvere il problema tutelando i lavoratori è il passaggio del complesso dell’attività di Tetig a Datasiel che potrebbe assorbirne i dipendenti, continuare le attività svolte riportando finalmente a unitarietà il sistema informatico regionale che ha sofferto molto per questa “enclave” creata nella Asl 4».

Ezio Chiesa (Gruppo Misto) ha ringraziato l’assessore per la soluzione prospettata:  «Del conflitto fra Datasiel e Tetig si è discusso per anni e  finalmente si risolve. Per qualche lavoratore che proviene dalla asl la soluzione può essere il rientro alle dipendenze della asl 4».

 

Ambulatorio di "Terapia del dolore" presso l'ospedale di Albenga

Marco Melgrati (Pdl) ha illustrato un’interrogazione sull’Ambulatorio di Terapia del dolore presso l’Ospedale di Albenga chiedendo al presidente della giunta e all’assessore alla salute se abbiano l’intenzione di sostituire temporaneamente l’anestesista assente per una prolungata malattia e, soprattutto, se sia loro intenzione di rimpiazzare l’anestesista trasferito in un’altra sede. Melgrati ha ricordato che l’ospedale, dove prima erano in servizio 2 anestesisti (uno per l’attività intensiva ed uno per l’ambulatorio), per non chiudere una delle due sale operatorie è stato costretto a ridimensionare il servizio ambulatoriale. Oggi il solo specialista in servizio può evadere solo l’attività già programmata e dirotta il resto al Santa Corona aumentando a dismisura le lista d’attesa. «Mi è stato segnalato il caso di una paziente affetta da ernia discale dolorosa, ischemica e, quindi, non operabile, che veniva curata all’ambulatorio di “Terapia del dolore” dell’ospedale di Albenga, ed ora dirottata a Santa Corona, con trattamento a data da destinarsi, che per tre mesi è stata costretta a convivere con il dolore. Ma un paziente, tormentato dal male, non può aspettare – ha aggiunto il capogruppo Pdl – ed è costretto a rivolgersi a un anestesista “privato” che talvolta arriva a chiedere, per questa prestazione, 500 euro. Occorre affrontare il problema magari utilizzando le risorse recuperate dalle fughe dei pazienti che il reparto privato di eccellenza di Chirurgia ortopedica del G.s.l. (Gruppo sanitario ligure) ha generato, quantificate per l’anno trascorso in un milione e mezzo di euro e destinate ad aumentare, nelle previsioni, per quest’anno, con l’estensione ai pazienti extraregionali dell’attività operatoria d’eccellenza, per riportare il servizio pubblico su livelli accettabili».

Claudio Montaldo, assessore alla Salute, ha risposto: «Relativamente al servizio di anestesia, un medico ha cessato il lavoro, ma l’azienda è stata autorizzata a rimpiazzarlo e quindi si ristabilisce l’organico precedente. La paziente di cui parla l’interrogazione è stata presa in carico dall’ospedale Santa Corona nelle 48 ore successive alla richiesta. Il centro terapia del dolore ha sede presso l’ospedale Santa Corona. Le visite sono calendarizzate secondo la classificazione: urgente; da effettuare entro 10 giorni; differibile; programmabile. E’ quindi il medico prescrittore che stabilisce il periodo entro cui  il paziente deve essere visitato. Per quanto riguarda l’attività privata, a cui ha fatto ricorso la persona oggetto dell’interrogazione, all’interno della Asl non si prescrivono epidurali jn intramoenia perché è possibile evadere tutte le richieste in tempi congrui. In particolare vengono eseguite circa 2100 epidurali ogni anno e oltre 1000 visite a nuovi pazienti. Il livello di attività e di risposta è buono e il servizio funziona in modo abbastanza tempestivo»

Marco Melgrati ha ribattuto: «Dall’assessore Montaldo non riesco mai a ricevere una risposta che mi soddisfi. La paziente sarà anche stata presa in carico formalmente entro i tempi giusti, ma tra visita e l’intervento sono passati tre mesi. Non può dire che questa sia una risposta efficiente. E poi non mi è stato detto come viene utilizzato il risparmio di 1 milione e mezzo di euro che doveva essere investito nell’ospedale di Albenga».

 

Nuova viabilità per collegare Ventimiglia e Camporosso

Sergio Scibilia (Pd) ha illustrato un’interrogazione sulla realizzazione di un collegamento fra Ventimiglia e Camporosso. Scibilia ha ricordato che il 4 dicembre 2009 Regione Liguria, Provincia di Imperia, insieme ai Comuni di Camporosso e di Ventimiglia avevano sottoscritto un Accordo di programma: lo scopo era realizzare un collegamento tra i due territori dell’Imperiese mediante la creazione di un ponte ciclopedonale lungo la foce del Nervia, un nuovo collegamento ciclabile fra l'asse costiero e l'esistente pista ciclabile e un ponte stradale parallelo alla strada statale n. 1, oltre alle opere accessorie di raccordo stradale. Era previsto, inoltre, un allargamento della passeggiata nel comune di Camporosso. Per la realizzazione del progetto unitario sono stati stanziati 4 milioni dei fondi FAS regionali a fronte di un cofinanziamento a carico di entrambi i Comuni di un milione di euro. Scibilia ha chiesto alla giunta se la quota di finanziamento del progetto a carico dei Comuni sia stata confermata nei bilanci programmati; per quali motivi il previsto periodo di realizzazione del progetto, corrispondente a 36 mesi dal settembre 2009, non sia stato rispettato; quale livello di progettazione sia stato approvato dai Comuni; a quale punto del cronoprogramma corrisponda la realizzazione delle opere; se siano state apportate delle modifiche ai tracciati previsti inizialmente dall'Accordo e se queste abbiano causato un aumento dei costi ed una dilazione dei tempi; se gli uffici regionali abbiano dato indicazioni particolari sulle modalità di costruzione della passerella ciclo-pedonale; se la Regione abbia commissariato uno studio per delineare il tracciato della futura Aurelia-bis a Ponente. La passerella ciclo pedonale - ha concluso - permetterebbe di collegare la passeggiata di Bordighera con Camporosso Ventimiglia attraversando zone di notevole importanza turistica e faunistica» .

Per la Giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture Raffaella Paita: «In questo momento - ha spiegato - sono in corso di redazione i progetti definitivi del ponte carrabile e della passerella ciclopedonale mentre per il collegamento ciclabile e la passeggiata nel comune di Camporosso sono stati predisposti i progetti definitivi che saranno sottoposti nei prossimi mesi alla conferenza dei servizi. Dopo si procederà all’affidamento dei relativi incarichi per i progetti definitivi. Per il ponte carrabile e per la passerella la progettazione è stata rivista per garantire una luce fra le campate non inferiore ai 40 metri e per alleggerire il suo impatto sulla foce del Nervia, zona di particolare pregio ambientale interessata da un Sito di interesse comunitario (Sic). Per quanto riguarda l’aspetto economico, il Comune di Camporosso ha confermato nel Piano triennale delle opere pubbliche la propria quota di 500 mila euro, il Comune di Ventimiglia ha  iscritto il cofinanziamento nel bilancio come quota a carico di Civitas.  Si sta valutando la reale situazione patrimoniale di quest’ultima per quanto riguarda il bilancio 2014».

Sergio Scibilia (Pd) ha replicato chiedendo se è possibile dare priorità alla passerella sul Nervia: «E’ l’intervento più richiesto dalla cittadinanza. Per quanto riguarda l’allargamento della pista ciclo pedale, mi risulta che sono previsti degli interventi sulla spiaggia: chiedo di dare la massima attenzione all’aspetto ambientale. Non possiamo asfaltare le spiagge per fare le piste ciclabili. La Regione Liguria ha il dovere di verificare la sostenibilità ambientale dell’intervento soprattutto in una zona di pregio come quella».  

 

Impianto trattamento di rifiuti organici in località Ponticelli (Imperia)

Giancarlo Manti (Pd) ha illustrato un’interrogazione sul progetto preliminare di un impianto di recupero di rifiuti organici a Ponticelli nel comune di Imperia. L’impianto dovrebbe essere finalizzato alla produzione di compost. Il consigliere del Pd ha chiesto alla giunta se sia a conoscenza delle dimensioni che dovrebbe assumere l’impianto, dei quantitativi di rifiuti che dovrebbe trattare, delle tecnologie che dovrebbero essere utilizzate e se l’impianto sia compatibile e coerente anche sotto il profilo della sua localizzazione con il nuovo piano provinciale in materia di rifiuti. «Il progetto - ha ricordato Manti - è stato presentato all’Amministrazione provinciale di Imperia dall’azienda AIMERI, società del “Gruppo Biancamano”, e si è già tenuta la Conferenza di servizi in sede referente, quale primo atto per l’approvazione dell’intervento. L’impianto dovrebbe sorgere su un’area che è già stata utilizzata per molti anni come discarica provinciale di rifiuti solidi urbani indifferenziati. Anche per questo motivo - ha spiegato Manti - ogni intervento in questo settore crea uno stato di condivisibile allarme tra gli abitanti della zona. Inoltre la zona, dopo la chiusura della discarica, recentemente è stata oggetto di riqualificazione ambientale».

Per la Giunta ha risposto Renata Briano, assessore all'Ambiente e sviluppo sostenibile: «In questa vicenda occorre fare chiarezza: in merito all’impianto di compostaggio non risulta essere stata presentata alla Regione alcuna procedura di Valutazione di impatto ambientale né alcuna istanza per la realizzazione dell’impianto nella Conferenza dei servizi indetta dalla Provincia lo scorso 11 settembre. E questo nonostante che l’intervento in oggetto, di cui non si conosce per altro il progetto nello specifico, dovrebbe rientrare fra quelli sottoposti alla procedura di Via. Peraltro, dato che nelle intenzioni del proponente l’impianto sarebbe destinato al trattamento della sola  frazione organica dei rifiuti raccolta separatamente, esso dovrebbe rientrare nella pianificazione regionale in fase di elaborazione».

Giancarlo Manti ha replicato: «Dunque ci troviamo di fronte ad un presunto impianto, una cosa aleatoria priva di qualsiasi legittimità dal punto di vista amministrativo. Chiedo all’assessore di prendere le opportune misure e tenere aggiornata l’Assemblea su questa problematica. Quella zona si è sobbarcata per anni una discarica di rifiuti indifferenziati, auspico che non ne debba sopportare altre».  

 Assenti: Piredda (motivi personali), Siri (motivi istituzionali)

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