Progetto Ventimiglia sull'apertura del nuovo centro islamico
Senza voler agire sulla spinta del pregiudizio o della psicosi terroristica, e tantomeno mossi da un atteggiamento ostile, vigile semmai, di certo non possiamo restare indifferenti all'apertura di un luogo di culto islamico in città.
Evitiamo di subire quell'impostura che è l' "Islamofobia", vera e propria censura nei confronti di un pensiero libero che guarda alla natura concreta delle cose. Questo evento non solo sancisce la presenza di una comunità consistente sul piano numerico (ed il numero è già di per sé discriminante nella possibilità concreta di integrazione: più si è e meno si sente il bisogno di andare verso gli altri, è un fatto), ma soprattutto ci interroga sulla reale volontà di queste persone di inserirsi nel tessuto civile cittadino.
Quanto, cioè, si sia di fronte a un momento di spiritualità oppure di chiusura identitaria e comunitaria, che punti a fare di questo centro un referente alternativo alla città nel suo complesso sia per gli immigrati attuali sia per quelli che proprio la cronaca di questi giorni ci dice arriveranno in massa.
In ogni caso a nostro giudizio l'amministrazione non avrebbe dovuto presenziare, e per di più con l'ambiguità del comportamento del Sindaco, presente solo per delega. E ciò nel nome di quella irrinunciabile laicità delle istituzioni repubblicane, che restano neutre in casi del genere.
Già guardando al futuro, e a quanto già ampiamente accaduto nella vicina Francia, chiediamo al Sindaco di assumere una posizione chiara su tre punti fondamentali:
- nessun finanziamento pubblico a iniziative di carattere religioso qualora richieste, e anzi controllare se il centro riceve finanziamenti da Paesi esteri;
- nessuna concessione a precetti religiosi in campo alimentare nelle mense scolastiche;
- nessuna concessione a precetti nel campo dell'abbigliamento, specie femminile, magari con differenziazione degli orari per uomini e donne nei centri sportivi.
La via dell'integrazione passa innanzitutto per la condivisione di principi fondamentali ed irrinunciabili per la nostra civiltà, di sicuro non attraverso nuove e insidiose forme di clericalismo.
Carlo Iachino
Presidente e Consigliere Comunale di PROGETTO VENTIMIGLIA