sabato 10 giugno 2023
05.08.2015 - Redazione

Qui Regione: la cronaca del Consiglio Regionale (5 agosto)

Protesta dei 5 stelle contro la discarica imperiese

All’inizio della seduta i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno esposto una maglietta in cui era scritto “No al lotto 6 Basta discariche”, l’iniziativa riguardava il nuovo l’impianto in via di realizzazione nella discarica di Collete Ozzotto nell’imperiese.

Il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone a norma di regolamento li ha invitati a togliere immediatamente le magliette. 

Fincantieri: presto il ribaltamento e non scorporare il settore meccanico

Con 21contrari (maggioranza e Movimento 5Stelle) e 8 a favore (Pd e Rete a sinistra) voti è stato respinto l’ordine del giorno  (primo firmatario Luca Garibaldi seguìto da Giovanni Lunardon, Raffaella Paita, Giovanni Barbagallo, Valter Ferrando, Luigi De Vincenzi e Juri Michleucci del Pd) che chiede alla giunta di chiudere rapidamente  l'iter autorizzativo del ribaltamento a mare, di impegnarsi affinché il nuovo piano industriale preveda positive ricadute occupazionali per gli stabilimenti liguri e dia certezze sul futuro del comparto della meccanica, evitando  scorporo e mantenendo l’unità dello stabilimento di Riva Trigoso. Il consigliere ha chiesto, inoltre all’esecutivo di «mantenere il centro di progettazione di via Cipro nella piena operatività, di cercare una positiva soluzione della vertenza sul contratto integrativo e, infine,  di sollecitare la revoca dei provvedimenti di trasferimento in modo da far ripartire il dialogo tra lavoratori e azienda».

Salvaguardare l’occupazione a Fincantieri            

Con 25 voti a favore (maggioranza e Pd) e 6 astenuti (Movimento 5Stelle) è stato approvato l’ordine del giorno sottoscritto dai gruppi di maggioranza (primo firmatario Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini) che impegna la giunta a “ sostenere lo sviluppo economico dei cantieri liguri salvaguardandone i livelli occupazionali e promuovendo un miglioramento qualitativo e quantitativo e a sollecitare i ministri competenti affinché intervengano per ristabilire un clima di serenità che consenta il rallentamento delle tensioni all’interno del cantiere, tensioni generate in particolare dai provvedimenti unilaterali ultimamente adottati”.

Nel documento si rileva la valenza strategica e occupazionale di Fincantieri in Liguria e la preoccupazione manifestata dai lavoratori per le future scelte strategiche dell’azienda posizioni lavorative.

Dibattito sui due ordini del giorno su Fincantieri

Subito dopo l’apertura di seduta il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone aveva annunciato che non stato era trovato accordo fra i gruppi di maggioranza e minoranza per stilare un ordine del giorno comune sul Fincantieri e che, quindi, il gruppo del Pd avrebbe riproposto  il documento già inserito all’ordine del giorno e che anche i gruppi di maggioranza hanno presentato un loro documento.

Prima della votazione dei due documenti si è svolto un lungo dibattito

Claudio Muzio (FI) ha accusato il Pd di non avere assunto nessuna posizione sul nuovo progetto industriale di Fincantieri e, riferendosi ad alcune dichiarazioni rilasciate dai consiglieri del gruppo Pd prima dell’incontro con la maggioranza, ha accusato il Pd  di «strumentalizzare la vicenda». Muzio, inoltre, ha definito insufficiente l’ordine del giorno  e ha chiesto un rinvio in commissione per approfondire il tema.

Andrea Melis e Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle) hanno condiviso questa proposta  e hanno chiesto che in Commissione siano convocati tutti i protagonisti della vicenda: la società e i sindacati. Salvatore, in particolare ha dichiarato la propria contrarietà al documento del Pd per quanto riguarda il mantenimento del ribaltamento a mare.

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha sostenuto la validità dell’ordine del giorno «che è un atto politico che hanno un senso importante» e si è dichiarato dispiaciuto che su questo argomento si è creata una contrapposizione.

Gianni Lunardon (Pd) ha difeso l’ordine del giorno: «Non è odg che mette l’armatura al presidente ma conferma un giudizio politico. Non le permetto – ha aggiunto rivolgendosi a Muzio - di mettere in discussione il nostro impegno su Fincantieri »

Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini) ritornando sulle dichiarazioni rilasciate dai consiglieri del Pd ha aggiunto: «Avete rilasciato un comunicato che ci hanno attaccati, subito dopo che ci eravamo lasciati per trovare un’intesa comune, quindi non c’è mai stata la volontà di fare un percorso unico».

Luca Garibaldi (Pd) ha ribattuto che da parte del suo gruppo c’era la volontà di trovare un accordo ma che nel merito non c’è stata questa possibilità e ha aggiunto: «Il voto oggi in aula dell’ordine del giorno non esclude l’esame in commissione su cui potremmo arrivare ad un risultato comune. Non capisco perché la Regione non voglia farsi parte attiva».

Angelo Vaccarezza capogruppo FI ha invitato la minoranza a trovare un accordo su questo tema: «Sui grandi temi si deve essere insieme. Ora voi cercate solo di recuperare un gradimento degli elettori che non c’è stato». 

Sottoporre a Via e Vas il parcheggio interrato a Camogli

Matteo Rosso (Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale) ha presentato un’interpellanza in cui ha chiesto perché il progetto di un parcheggio interrato a Camogli non venga sottoposto a Vas e Via. «Il 2 febbraio 2015 avevo già presentato un’interrogazione relativa alla realizzazione di un parcheggio interrato nella zona di Piazza del Teatro nel Comune di Camogli – ha dichiarato Rosso – e negli ultimi tempi la Città Metropolitana di Genova ha espresso pareri che accolgono in parte le istanze presentate dai cittadini e dai comitati contro la realizzazione di quel particolare parcheggio. Gli uffici competenti della Regione Liguria, sempre relativamente allo stesso argomento, hanno invece presentato pareri in parte in contrasto con quelli della Città metropolitana. Ritengo che, a questo punto – ha concluso potrebbe essere opportuno sottoporre il progetto alla VIA e alla VAS». 

Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture e all’ambiente, Giacomo Giampedrone il quale a sottolineato che anche in questo caso, come accade spesso, la nuova amministrazione si trova di fronte a pratiche il cui iter è molto avanzato. Ha dunque ricordato che, sulla base del quadro normativo esistente e di conseguenti decreti dirigenziale, questo progetto non è stato sottoposto a Vas. A seguito di diverse segnalazione da parte di svariati comitati, si è deciso di attivare la fase di screening,tuttora aperta, che hanno dato luogo ad una serie di prescrizioni. A questo punto, secondo l’assessore, il Comune di Camogli, se ravvisa ce ne siano gli estremi, potrebbe chiedere alla Regione il riesame del progetto «E questo tipo intervento non mancherà», ha sottolineato. 

Rosso ha detto che a suo avviso, la Regione, laddove ravvisi sia necessario, ha l’autorevolezza per disporre direttamente glia accertamenti. Ha puntualizzato che il Comune di Camogli – a suo dire – si  rivelato favorevole al progetto

La Regione non “chiude” il ciclo dei rifiuti

Marco de Ferrari  (Movimento 5 Stelle) ha presentato un’interpellanza, sottoscritta anche dai colleghi Francesco Battistini, Alice Salvatore, Andrea Melis e Gabriele Pisani in cui ha rilevato: «Nonostante la promessa del Governatore di chiudere le discariche, da circa un mese in alcuni siti liguri in cui ciò non avviene: mezzi meccanici, tra cui ruspe, sono infatti operativi nelle discariche. Chiedo quindi alla giunta se tali iniziative non contrastino con gli obiettivi e le finalità proposte nel programma-piano di azione governativa». De Ferrari nell’interpellanza ha ricordato il programma di Governo del presidente Toti che nella sezione “Azioni Programmate” rileva “Individuazione e realizzazione di Impianto per il trattamento dei Rifiuti per chiudere il ciclo (…) il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso in Liguria” e alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa in cui, per superare l’emergenza dopo la chiusura della discarica di Scarpino, la regione sta valutando anche la possibilità di conferire i rifiuti in impianti della Costa Azzurra. In aula il consigliere Ferrari ha chiesto perché esista una contraddizione tra quanto scritto  in un opuscolo della giunta, relativamente alle politiche di smaltimento dei rifiuti,   «e quanto viene fatto nel lotto 6 dissequestrato pochi giorni fa a Sanremo nella discarica di Collette Ozotto.

L’assessore all’ambiente, Giacomo Giampedrone, ha voluto puntualizzare la situazione e la posizione della giunta in materia di rifiuti.«Qualcuno ha detto che non c’è nessuna emergenza, ovviamente siamo divergenti in questo rispetto a chi governava prima. – ha affermato - , Ma se qualcuno pensa che con la bacchetta magica da domani mattina non servano più le discariche o comunque non serve più portare i rifiuti fuori, ha sbagliato tutto. Serve un percorso diverso che deve partire dall’aumento di quella percentuale di raccolta differenziata che è a livelli da terzo mondo in Liguria».  Ha quindi reso noto: «La settimana scorsa ho mandato una lettera a tutti i sindaci liguri per chiedere quali azioni hanno intrapreso o intendono intraprendere nei prossimi mesi per cercare di invertire questa tendenza altamente negativa e credo presto, con il Presidente della Commissione Ambiente, incardineremo nelle sedi opportune un disegno di legge a fronte del fatto che bisogna pensare ad un provvedimento “in positivo” con sistemi di incentivi e con sistemi di finanziamenti da parte della Regione». L’assessore ha puntualizzato che  gli impianti di trattamento dell’organico possono essere una delle soluzioni per abbattere ulteriormente il problema, ma ha sottolineato che resterebbe una piccola  quota che  andrebbe smaltita in discarica « ma cercherei di gestirla in region». Ha infine ribadito che sulla vicenda citata dal Movimento 5 Stelle ed oggetto della protesta in aula all’inizio della seduta, l’assessore si farà carico di cercare tutte le informazioni necessarie, «rispettando ovviamente le indagini della procura tutt’ora in corso per cercare di capire se i lavori sono ripresi e se si perché».

Ferrari ha apprezzato l’apertura verso ad una strategia diversa  da quella dell’amministrazione precedente Ed ha chiarito che nella zona in questione «dopo il dissequestro dell'8 giugno, questo squallido progetto di escavazione della collina ha avuto inizio: è prevista la creazione di una voragine profonda 55 metri con una capacità in grado di accogliere 280 mila tonnellate di nuovi rifiuti, il tutto nell'assordante silenzio delle Amministrazioni locali della zona».

Realizzazione arginatura torrente Parmignola.

L’assessore alla difesa del suolo Giacomo Giampedrone ha risposto ad una interrogazione di Raffaella Paita (Pd), sottoscritta anche dal collega di gruppo Juri Michelucci, in cui il consigliere chiedeva alla giunta di concertare con la regione Toscana interventi per mettere in sicurezza il torrente Parmignola e quali risorse verranno impegnate per il nuovo argine del torrente.

L’assessore Giampedrone ha spiegato in aula: «La Regione Liguria ha destinato nel corso degli anni cospicue risorse alla realizzazione delle arginature e alla messa in sicurezza complessiva del torrente. Il coordinamento con iniziative della Regione Toscana è stato assicurato nell'ambito dell'Autorità di bacino interregionale del fiume Magra e sono stati concessi contributi al Comune di Sarzana per circa 2 milioni di euro e al Comune di Ortonovo per complessivi 800 mila per arginare l'intero tratto terminale». L’assessore ha poi rilevato : «Ad oggi non si è ancora raggiunto l'obiettivo della messa in sicurezza definitiva delle arginature sostanzialmente perché il Comune di Sarzana non ha ancora approvato la progettazione definitiva delle arginature nonostante che il finanziamento regionale sia disponibile da più di dieci anni; il tratto di argine a monte del rilevato autostradale, peraltro di recente realizzazione, è crollato parzialmente durante l'alluvione 2014. In sintesi, il Comune di Sarzana non ha ancora realizzato una parte dei lavori mentre una parte dei lavori già realizzati è crollata». L’assessore ha garantito l’impegno della Regione per risolvere la questione chiedendo al Comune di Sarzana spiegazioni sui ritardi negli interventi finanziati e sui crolli arginali e di raccordare le iniziative fra Regione Liguria e Toscana. «Una volta chiariti tutti questi aspetti – ha concluso - verranno attivate tutte le procedure necessarie per reperire ulteriori eventuali finanziamenti necessari». 

Raffaella Paita ha replicato insoddisfatta: «L’assessore ha  omesso di dire che quei finanziamenti non sono affatto sufficienti soprattutto per ripristinare la  gravissima situazione che si è determinata a seguito dell'ultima alluvione, ma il vero nodo è l'interazione di rapporto tra Regione Liguria e Regione Toscana. Il punto è costruire una strategia comune alla Regione Toscana per intervenire in tutti i tratti che confinano con questa realtà e che non possono non avere una regia unitaria. Ricordo che gran parte delle alluvioni che avvengono in quella realtà sono determinate dai flussi continui di materiale da monte verso valle. Se noi vogliamo fermare questo tipo di situazione – ha aggiunto - dobbiamo avere un governo il più possibile organizzato e ampio del territorio. Per questa ragione mi aspettavo che nella risposta all'interrogazione ci fosse, ad esempio, una prima indicazione sul come ci si vuole rapportare con la Regione Toscana». Nell’interrogazione Paita aveva ricordato che «la realizzazione dell’arginatura del torrente Parmignola, esondato più volte negli ultimi anni, rappresenta un passo decisivo per mettere in sicurezza il territorio dei comuni di Ortonovo e Sarzana. Per la realizzazione del progetto il Comune di Sarzana ha avanzato la richiesta alla Regione Liguria di 500 mila euro ma la messa in sicurezza del torrente richiede un’azione coordinata con la Regione Toscana, per arrivare ad una soluzione complessiva e definitiva».

Trattazione congiunta : 

Due interrogazioni sul futuro dei centri per l’impiego. 

Incontro con i rappresentanti dei lavoratori: gli assessori Berrino e Cavo assicurano che i i centri resteranno aperti

Sui lavoratori precari dei centri per l’impiego

Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha presentato un’interrogazione per conoscere gli accordi con la Città Metropolitana di Genova per garantire, in questa fase transitoria, la continuità dei Servizi per l’Impiego; le iniziative della giunta regionale per tutelare la totalità dei posti di lavoro e le iniziative per definire degli accordi con il Ministero del Lavoro, per garantire la copertura finanziaria dei Servizi per l’Impiego e Politiche del Lavoro (ora in carico alla Città Metropolitana). Il consigliere ha ricordato che nel 2004, le Pubbliche Amministrazioni decisero di indire gara di appalto per affidare a soggetti privati una parte rilevante dei servizi per l’impiego nel territorio genovese;  tale appalto è stato più volte rinnovato, tramite gara ad evidenza pubblica: l’attuale appalto è scaduto nel febbraio 2015), e prorogato fino al 31 agosto 2015.  Il contratto di appalto riguarda 120 lavoratori che sono esperti dei Centri per l’Impiego e in termini indiretti sono coinvolti altri 30 lavoratori. Ci sono altri quindici 15 dipendenti della società di trasporto pubblico ATP in adesione ad una procedura concordataria, autorizzata dal Tribunale di Chiavari. 

«Questi lavoratori non hanno funzioni burocratiche – ha concluso Pastorino -  ma rappresentano la spina dorsale dei Centri per l’Impiego».  

Collocamento disabili presso i centri per l’impiego della Città Metropolitana 

Il consigliere Sergio Rossetti (Pd) ha illustrato un’interrogazione, sottoscritta anche da altri componenti del gruppo,  Raffaella Paita,  con la quale ha evidenziato che dal 2004 in provincia di Genova sono attivi servizi per l’inserimento lavorativo dei disabili. I servizi per l’accompagnamento al lavoro dei disabili sono erogati dall’Ufficio Inclusione e dai Centri per l’impiego con il supporto e la collaborazione di alcune Associazioni Temporanee di Impresa assegnatarie di appalti, ma le procedure di gara avviate dalla città metropolitana, per la loro complessità, non consentiranno presumibilmente di assegnare determinate attività entro la scadenza dell’ultima proroga assegnata ( 31 agosto) .Il consigliere ha quindi chiesto alla giunta quali accordi siano stati presi con la Città metropolitana per garantire la continuità nella fase transitoria dei servizi per l’impiego, salvaguardando i posti di lavoro dei dipendenti della Città metropolitana occupati nei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro e dei soggetti terzi assegnatari di appalti. Il consigliere, inoltre, ha sollecitato la definizione degli accordi con il Ministero del Lavoro, per garantire la copertura finanziaria dei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro.

L’assessore al lavoro, Gianni Berrino, ha chiarito di aver affrontato la questione appena entrato a far parte della giunta, insieme all’assessore alla Formazione e politiche giovanili, Ilaria Cavo. Berrino ha in primo luogo assicurato che i servizi per l’impiego non saranno sospesi e non saranno interrotti i relativi rapporti contrattuali con i dipendenti.  Ha quindi chiarito che in attesa della conclusione della gara da parte della Città metropolitana, la Regione ha autorizzato il riutilizzo di Risorse  residue sul Fondo sociale europeo  per consentire un una proroga degli appalti in essere fino al 31 agosto.  Ha spiegato nel dettaglio: «Sono state in questi giorni reperite nuove risorse, siamo riusciti a trovare 455mila euro, subito disponibili, a cui si aggiungono 270 mila euro reperiti nei fondi della formazione, che potranno essere resi disponibili con l’assestamento di bilancio di settembre». A queste risorse  si aggiungono altri 253mila euro sui nuovi fondi comunitari, già stanziati per la prosecuzione dell’attività di Atene, società partecipata della Città Metropolitana».  In questo modo si riesce  a garantire l’85% dei servizi de centro per l’impiego, da settembre a dicembre. L’intera materia sarà comunque oggetto di discussione domani, 6 agosto, nell’ambito di un incontro con il sindaco metropolitano, Marco Doria. Si potranno, quindi, anche   quantificare nel dettaglio le risorse residue da parte dell’ex Provincia di Genova. 

Rossetti e Pastorino hanno preso atto del lavoro fin qui svolto, rimarcando che l’impegno deve andare avanti 

A margine della seduta consigliare una delegazione di consiglieri, insieme agli assessori Gianni Berrino ed Ilaria Cavo hanno incontrato  rappresentanti sindacali ed alcuni lavoratori dei centri per l’impiego. Nell’incontro, presieduto, dal presidente dell’Assemblea legislativa, Francesco Bruzzone, e dal vicepresidente, Sergio Rossetti, si è spiegato ai lavoratori  che cosa si sta facendo per evitare la chiusura.  L’assessore Ilaria Cavo ha chiarito di aver compiuto il massimo sforzo possibile, mettendo in campo tute le risorse disponibili del suo assessorato.

I lavoratori hanno chiesto a consiglieri e giunta di far fronte anche a  possibili emergenze future, derivanti anche dall’attuale quadro di incertezze, legato alla chiusura delle Province. Diverse le ipotesi in campo, che dovranno essere vagliate, tenuto anche conto che una parte delle competenze del settore potrebbero andare in capo alla regione stessa. 

I lavoratori hanno anche chiesto a consiglieri e assessori di visitare i Centri. La proposta è stata accolta favorevolmente. 

Hanno portato il loro contributo all’incontro, tra gli altri, i consiglieri Gianni Pastorino (Rete a sinistra), Angelo Vaccarezza (FI), Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle), Matteo Rosso (Fdi),Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare) e Alessandro Piana 8Lega Nord Liguria-Salvini).    

Chiusura dell’ospedale Felettino della Spezia e trasferimento della stanza Unità Farmaci Antiblastici

Framcesco Battistini (Movimento5Stelle) ha illustrato un’interrogazione sottoscritta anche dagli altri consiglieri del suo gruppo Alice Salvatore, Andrea Melis, Fabio Tosi, Marco de Ferrari e Gabriele Pisani in cui ha evidenziato che entro l’estate l’ospedale del Felettino della Spezia dovrà essere sgomberato per essere definitivamente demolito e dovrà, quindi, essere trasferita anche la stanza Ufa, necessaria per lo svolgimento delle attività di allestimento dei farmaci chemioterapici antiblastici, per semplificare il passaggio delle consegne tra gli operatori e garantendo la massima sicurezza e qualità della cura nei confronti dei pazienti. Ne verrà approntata un’altra presso l’ospedale Sant’Andrea della Spezia. Il consigliere ha chiesto lo stato di realizzazione della nuova stanza UFA presso il Sant’Andrea e i provvedimenti che l’Azienda sanitaria intende adottare nel caso in cui la nuova stanza UFA non sia pronta  al momento dello sgombero dell’ospedale Felettino. 

Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute Sonia Viale: «La nuova stanza Ufa sarà organizzata all’ospedale Sant’Andrea nel cosiddetto padiglione Casavecchia vicino al day hospital oncologico anche questo al Felettino». L’assessore ha assicurato che il trasferimento del servizio avverrà prima dello sgombero del Felettino, «se ciò non fosse possibile, verrà attivata un’apposita convenzione con una struttura pubblica per permettere l’approvvigionamento dei farmaci antiblastici per il tempo necessario sino alla riapertura del servizio al Sant’Andrea»

Battistini ha auspicato che l’operazione si svolga nei tempi previsti evitando oneri aggiuntivi per la sanità pubblica.

Intervenire sull’appalto istituto Santi della Spezia

Francesco Battistini (Movimento5Stelle) ha illustrato un’interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Alice Salvatore, Andrea Melis, Fabio Tosi, Marco de Ferrari e Gabriele Pisani,  sull’imminnete affidamento, da parte dell’Asl 5 della Spezia, del Servizio riabilitativo disabili di tipo sociosanitario ad un consorzio, già oggetto di esposti alla Corte dei conti da parte l'Associazione Famiglie Disabili Santi e passato attraverso alterne vicissitudini. Attualmente il servizio è ancora gestito dal Presidio di Riabilitazione Socio Sanitaria Santi La Spezia Onlus. Il consigliere ha riportato in aula alcuni tratti dell’esposto presentato dall’Associazione: «La durata dell’appalto, contrariamente alle norme regionali, è di cinque anni contro il massimo di tre anni previsti – ha spiegato il consigliere – inoltre, secondo verifiche condotte dai ricorrenti, il costo annuale del servizio dovrebbe essere al massimo di 39 mila euro all’anno mentre, secondo l’appalto, sarebbe di circa 600 mila euro. I costi aggiuntivi a carico del servizio pubblico, ripetuti sui cinque anni sarebbero dunque elevatissimi». Il consigliere, dopo avere rilevato che il titolare del Consorzio avrebbe subito procedimenti per turbativa d’asta,  ha chiesto alla giunta se non  ritenga di dover intervenire presso la direzione della ASL 5 Spezzino per sospendere l'assegnazione dell'appalto in modo da approfondire la situazione e intervenire, o per sospendere l’assegnazione dell’appalto fino alle decisioni delle autorità competenti rispetto agli esposti. 

Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute Sonia Viale: «Questa è una vicenda complessa, si tratta di una situazione già definita con una serie di decisioni assunte davanti al Tar e al Consiglio di Stato, si parla di ben 4 sentenze che hanno avuto esito favorevole per l’azienda sanitarie e alle quali occorre dare esecuzione. Per quanto riguarda gli atti successivi che saranno di competenza regionale abbiamo avviato nuova fase e  ho chiesto di approfondire e seguire con la massima attenzione le procedure».

Battistini ha ribadito i costi altissimi dell’appalto auspicando una pulizia sull’iter degli atti e annunciando ulteriori approfondimenti.

Riconoscere i 39 euro investiti per ciascun profugo anche ai liguri in povertà

Matteo Rosso (Fdi-An) con un’interrogazione ha chiesto alla giunta se sia sua intenzione garantire ai cittadini liguri che vivono sotto la soglia di povertà, i 39 euro al giorno che vengono investiti per mantenere ciascun profugo presente  sul territorio ligure. Rosso ha sottolineato che negli ultimi cinque anni le famiglie sotto la soglia di povertà in Liguria sono aumentate del 47 per cento e sono sempre più lunghe le code alla Caritas e alla Comunità di Sant’Egidio per ricevere un pasto o un sacco di viveri. Ha infine rimarcato che l’impegno mostrato i diverse occasioni per accogliere gli immigrati, non si nota nei confronti dei cittadini liguri in difficoltà. «Non dico di togliere questi fondi a chi li riceve  – ha concluso Rosso – ma reclamo pari dignità per tutti i cittadini che si troivino in situazioni di disagio».

Per la giunta ha risposto l’assessore alla sanità Sonia Viale: «Non si può che essere d’accordo con quanto chiesto dal consigliere Rosso rispetto al fatto che avendo da un lato un fondo illimitato per l’accoglienza nel nostro Paese, per quanto riguarda i sedicenti profughi sul fatto che forse dovrebbe esserci la pari difesa dei diritti nel nostro Paese perché non possiamo continuare a dire che alcuni diritti costituzionalmente garantiti siano condizionati ed altri non hanno limiti perché le risorse sono infinite». L’assessore ha quindi che il presidente della Regione Toti si attiverà presso la Conferenza Stato-Regioni per denunciare i tagli in sanità e al tavolo dedicato all'immigrazione «rappresentando il grido di dolore dei cittadini e dei loro territori che vedono una disparità di trattamento. Chi ha diritto ad avere assistenza, accoglienza nel nostro Paese deve avere garantito il servizio sanitario, deve avere garantito il vitto, l'alloggio e il rispetto dei diritti fondamentali, ma solo se ha diritto a stare nel nostro Paese». Viale ha concluso con una nota polemica: «Si sta creando una nuova economia perché questi soldi destinati all’accoglienza non vanno ai richiedenti asilo sedicenti, vanno a tutto un sistema che si sta creando nell'ambito dell'accoglienza: dipendenti dei centri, mediatori culturali, insegnanti di lingua, operatori sociali, chi si occupa del servizio mensa o delle pulizie. L’accoglienza, se fatta bene, crea lavoro, ma se è un'emergenza, sarà destinata a cessare quanto prima, ma certamente non con questo Governo perché la sta alimentando l'emergenza visto che non sta facendo nulla per bloccare gli sbarchi». 

Rosso si è dichiarato soddisfatto della risposta.

Presto il ribaltamento a mare per  Fincantieri a  Sestri Ponente 

I consigliere Raffaella Paita ha illustrato un’interrogazione, sottoscritta anche dai altri componenti del gruppo Luca Garibaldi, Giovanni Lunardon, Sergio Rossetti e Valter Ferrando con la quale ha chiesto notizie circa la realizzazione del ribaltamento a mare dei cantieri Fincantieri di Sestri Ponente. In particolare il consigliere chiede «se la Regione ed Arpal abbiano fornito tutti i dati richiesti dalla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente ai fini della procedura VIA relativa al progetto di ribaltamento del cantiere e, in caso negativo, entro quali tempi intendano rispondere per superare un ritardo che rischia di incrinare il lavoro svolto per assicurare definitivamente il futuro allo stabilimento di Sestri Ponente». Il consigliere  ha rimarcato che il ribaltamento non può subire ritardi, in considerazione delle commesse di lavoro urgenti, alle quali deve far fronte il cantieri.  In aula Paita ha rimarcato di  essere «in particolare interessata a capire e a chiedere per iscritto se finalmente è arrivata la documentazione, i dati richiesti dalla Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente ai fini,della conclusione della procedura della VIA da parte della Regione e ARPAL, se c'è stato o meno l'invio di questi dati e se posso avere copia del documento per iscritto,  per capire se si è completata la procedura oppure no. 

L’assessore all’ambiente e alle infrastrutture, Giacomo Gaimpedrone ha risposto : «il Dipartimento ambiente tre settimane fa ha fornito i chiarimenti richiesti, sottolineando che le analisi riferite ai sedimenti del rio Molinassi risultavano in linea con i valori del fondo naturale. ARPAL ha risposto venerdì ultimo scorso in modo da permettere l'invio della pratica in Commissione VIA nazionale, dove si è trattata il 4 agosto». 

Paita ha ribattuto che vorrebbe conoscere l’esito della commissione. 

Apertura del Centro di identificazione ed espulsione per immigrati

Il consigliere Raffaella Paita (Pd) con un’interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del suo gruppo Giovanni Barbagallo, Luigi De Vincenzi,      Valter Ferrando, Luca Garibaldi, Giovanni Lunardon, Juri Michelucci e Sergio Rossetti, ha sottolineato di essere venuto a conoscenza, attraverso la stampa, delle dichiarazioni dell’assessore Sonia Viale, secondo le quali la Regione Liguria intende chiedere l’apertura di un centro di identificazione ed espulsone per gli immigrati (CIE). Il consigliere ha, quindi, chiesto se il progetto esiste e in quale Comune ligure la giunta intenda costruire la struttura. 

L’assessore all’immigrazione Sonia Viale ha ribadito che  i Cie sono strumenti giuridici riconosciuti anche dall'Unione Europea . «Nei centri – ha ribadito -  vengono collocate le persone che non hanno titolo a rimanere sul territorio. Di questo stiamo parlando».  Ha aggiunto: «Centro di identificazione ed espulsione è uno strumento utile alle forze dell’ordine alle comunità, ai sindaci. I Cie  sono presenti in tutti i Paesi dell’Unone europea .L’accoglienza non si può fare sulla pelle dei sindaci, come avviene nel nostro Paese. Non è così che si fa l’integrazione.» L’assessore ha quindi lanciato l’appello: «È un momento molto difficile, è un momento in cui c'è rischio di scontri sociali, governiamo insieme con il Governo, con la Regione, e il Comune per individuare un luogo da mettere in sicurezza, idoneo per il CIE che deve essere vicino all'autostrada e all’aeroporto». Ha aggiunto: «Noi lo studio l’avevamo fatto e nelle carte del Ministero ci sono i luoghi e ci sono i progetti, per cui non devono fare fatica». 

Paita ha ribattuto che, a suo avviso, viste le caratteristiche annunciate, l’assessore intende realizzare la struttura a Genova e ha aggiunto che molti sindaci non sono d’accordo con l’impostazione dell’assessore. 

Certezze sul piano di manutenzione sull’Entella

Gabriele Pisani  (Movimento5Stelle) ha illustrato un’interrogazione, sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Alice Salvatore, Francesco Battistini, Marco De Ferrari, Andrea Melis e Fabio Tosi con la quale ha messo in evidenza le criticità del fiume Entella «che necessita di urgente manutenzione». Il consigliere ha sottolineato «che la sponda dell’Entella sul lato lavagnese, in caso di alluvione o piogge molto intense, presenta un notevole rischio di esondare ed erodere le tubature con conseguente sversamento fognario». Dopo aver ricordato le possibili fonti di finanziamento da utilizzare per la manutenzione dell’area fluviale del Tigullio e sottolineato gli impegni assunti dall’amministrazione, per evitare di ricadere nell’emergenza anche nel prossimo autunno, il consigliere ha chiesto se è previsto un piano per i lavori di manutenzione, arginamento e protezione del fiume Entella «e quale sia la programmazione e lo stato di previsione in merito allo stanziamento del fondo europeo per la sistemazione e cura dei bacini fluviali». Ha inoltre chiesto quale somma verrà stanziata e con quali modalità e chi siano «i soggetti responsabili in caso di futuri danni a cose o persone che si dovessero verificare a causa delle cattive condizioni di manutenzione del fiume».

Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture Giacomo Giampedrone   ha spiegato che in questo caso secondo il nuovo assetto delle funzioni dal primo luglio scorso la competenza relativa alla progettazione e realizzazione delle opere idrauliche è passata dalla Provincia, cioè dalla città metropolitana, alla Regione mentre gli interventi di manutenzione è passata dalla Città metropolitana ai Comuni. «Sottolineo – ha aggiunto – che la manutenzione dei corsi d’acqua va intesa sulla scala del bacino idrografico e non è limitata ai singoli tratti fluviali». L’assessore ha poi elencato i fondi dell’ultimo programma di manutenzione ordinaria finanziato per i Comuni di Carasco, Moconesi, San Colombano Certenoli, Mezzanego, Chiavari e Borzonasca per un totale di circa 190 mila euro. Gli interventi per le nuove arginature sono indicati, infine, nel Piano di Bacino ma sono di competenza regionale solo dal primo luglio scorso.

Pisani ha ringraziato per la risposta e si è augurato di vedere realizzati presto gli interventi.

Ritardi nei pagamenti alle Pubbliche Assistenze

Alice Salvatore (Movimento5Stelle), con un’interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo Marco De Ferrari, Alice Salvatore, Francesco Battistini, Andrea Melis, Gabriele Pisani e Fabio Tosi, ha chiesto alla giunta le ragioni che determinano i forti ritardi da parte delle Asl dei pagamenti alle pubbliche assistenze, per i servizi prestati, «e perché i dirigenti delle ASL beneficino di notevoli premi di produzione mentre le Pubbliche Assistenze non vengono pagate per i servizi svolti ai cittadini, quindi per la pubblica utilità sociale». Il consigliere  ha ricordato che le Pubbliche assistenze assicurano il trasporto dei malati, in particolare nel caso di emergenze, e svolgono attività di raccolta del sangue nel territorio regionale. Ma, secondo quanto risulta al consigliere, « dal novembre 2014 le Croci e le ambulanze non percepiscono alcun pagamento da parte delle ASL» a fronte del fatto che i pagamenti dovrebbero avvenire a 60 giorni.

Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute Sonia Viale: «Da una verifica effettuata, l’A.S.L. 1 imperiese ci scrive che i pagamenti vengono fatti a 95 giorni, non risultano all’azienda particolari proteste; all’A.S.L. 2 savonese i tempi di pagamento sono di 60 giorni e anche qui non risultano pagamenti contestati o ritardi; all’A.S.L. 3 genovese i pagamenti avvengono con un tempo medio di 60 giorni, fanno eccezione le fatture oggetto di contestazione, attualmente solo 2 sono attinenti a pignoramenti in atto presso terzi. Attualmente sono in lavorazione per  il pagamento al prossimo 14 agosto le fatture datate maggio-giugno. Nella A.S.L. 4 chiavarese, risulta in vigore da diversi anni un protocollo d’intesa concordato dall’azienda con tutte le pubbliche assistenze croci in base al quale vengono fatturate, su base trimestrale, nel mese successivo alla chiusura del trimestre ed i pagamenti effettuati entro 60 giorni dal mese di fatturazione e non risulta  alcuna situazione di sofferenza. Da parte della Asl  5 , i pagamenti vengono effettuati regolarmente, eventuali ritardi sono limitati alle fatture contestate- All’ospedale  San Martino Ist, i pagamenti vengono effettuati entro 60 giorni; Al Galliera 15-30 giorni, al Gaslini, i pagamenti vengono effettuati a 60 giorni data ricevimento fattura». 

Salvatore si è riservata di approfondire alcuni aspetti.

Accise sulla benzina

Marco De Ferrari  (Movimento5Stelle)  con un’ interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo,Alice Salvatore, Francesco Battistini, Andrea Melis, Gabriele Pisani e Fabio Tosi, ha affrontato la questione relativa alle accise sulla benzina. In particolare ha sottolineato che, a causa delle accise introdotte in diversi momenti, in Liguria «pare si sia raggiunta l’addizionale massima praticabile a norma di legge su territorio nazionale: 0,061 euro». L’esponente del Movimento 5Stelle ha ricordato che queste accise furono introdotte inizialmente per sanare il buco di bilancio della sanità ligure e successivamente per far fronte alle emergenze derivanti dagli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio. Il consigliere ha quindi chiesto con quale tipo di intervento siano stati utilizzati questi fondi extra e se l’Amministrazione reputi ancora necessario il mantenimento di questa addizionale regionale. 

Per la giunta ha risposto l’assessore alla sanità Sonia Viale: ha precisato che Il tributo è l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione e non accisa, e che - è di esclusiva competenza erariale ed è stato istituito con la legge regionale 2 del 2006 che ne fissa la misura in 0,0258 per litro. Ha ricordato che l’accisa venne incrementata nel 2011 per le misure urgenti per l’alluvione portando a complessivi 0,050 per litro stabilendo un vincolo del gettito delle somme incassate per  ’incremento ad interventi di protezione civile e per danni ad infrastrutture procurati dagli eventi alluvionali. Con una successiva legge regionale l’ incremento è stato prorogato, fino a tutto il 2015, anche er il ripetersi ldeglle calamità che si sono abbattute sulla Liguria «La decisione circa il mantenimento dell’incrementi tariffario vincolato ai  danni degli eventi alluvionali sarà valutata nella  redazione della legge regionale di stabilità per il 2016. In tale sede si valuteranno i fabbisogni sottostanti tenuto conto del fatto che a fronte degli eventi alluvionali accaduti nel solo anno 2014 i lavori di somma urgenza necessari sono stati quantificati in circa 300 milioni e i danni ammontano a circa 700 milioni mentre  il finanziamento statale pervenuto ammonta a 47 milioni di euro. Per quanto riguarda la parte di mia competenza – ha concluso - per quanto riguarda un ipotetico e non ancora verificato buco che allo stato non c’è, mi  riserviamo di rispondere in Commissione».

De Ferrari ha rimarcato che le accise liguri sono fra le più care d’Italia.

Impianto  di maricoltura a Genova Nervi

Marco De Ferrari (Movimento5Stelle) ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Francesco Battistini,Andrea Melis,Gabriele Pisani, Alice Salvatore e Fabio Tosi, relativa all’impianto di maricoltura, la cui realizzazione è prevista  in mezzo al mare, di fronte alla torre Groppallo, ad un chilometro dalla costa di Genova-Nervi. Il consigliere  ha chiesto quali siano i reali vantaggi rappresentati da questo tipo di coltura e quali siano gli svantaggi legati alla produzione massiccia in allevamento di specie che, secondo lui,  potrebbero modificare ed alterare il naturale equilibrio marino-ambientale. Il consigliere, infine,  ha chiesto quali sono parametri e gli indicatori che verranno utilizzati per valutare questo impianto di maricoltura e quale sia la valutazione di impatto ambientale (VIA). Il consigliere ha sottolineato che il progetto di realizzazione dell’impianto è stato oggetto di ricorso al Tare e in un incontro pubblico organizzato dal Movimento 5 Stelle, molti cittadini si sono dichiarati contrari all’iniziativa.

.Per la giunta ha risposto l’assessore  alla pesca Stefano Mai il quale ha esordito sottolineando gli aspetti positivi e negativi della maricoltura, quindi ha aggiunto:  «Per quanto attiene i parametri e gli indicatori utilizzati per valutare l'impianto e la VIA occorre innanzitutto ricordare che attualmente le procedure regionali di verifica prevedono che i progetti siano corredati da studi sempre più approfonditi sia per quanto riguarda la descrizione della zona richiesta in concessione demaniale che per quanto riguarda l'inserimento  dell'attività. In particolare si verifica: la presenza di posidonia e di altre comunità marine di pregio; l'analisi correntometrica di valutazione e dispersione del prodotto di scarto; i parametri idrologici; lo studio del fondale; la composizione del mangime; la salubrità dell'impianto; la valutazione qualiquantitativa di sostanze inquinanti; la valutazione qualiquantitativa di fonti di inquinamento; l'impatto paesaggistico.  La procedura di "screening" – ha concluso - si è conclusa con decreto dirigenziale e si è stabilito di non assoggettare alla VIA il progetto concernente l'impianto in questione».  

 De Ferrari si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta.

 Via libera alla relazione del difensore civico 2014

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la deliberazione di presa d’atto della relazione del difensore civico della Regione

Nel dibattito sono intervenuti Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha apprezzato il lavoro del difensore civico, ha rilevato l’assenza in liguria del garante per i diritti dell’infanzia e ha annunciato la presentazione di una proposta di legge per istiuire la figura del garante per i diritti dei detenuti.

Anche Angelo Vaccarezza (FI) si è dichiarato a favore di queste due nuove istituzioni, Raffaella Paita (Pd) e Andrea Costa (Gruppo misto-Udc Area Popolare) hanno elogiato la relazione del difensore civico Francesco Lalla.

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