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30.12.2013 - Redazione

Il calvario del giudice imperiese Mario Sossi diventa una fiction Rai

Mario Sossi, una vita trascorsa in magistratura prima di approdare alla carriera forense da cui è stato radiato per una torbida vicenda di ingiurie ai danni di un’ex collega vittima di stalking da parte di un imprenditore del Tigullio di cui aveva preso le difese, è nato ad Imperia il sei Febbraio del 1932 ed è noto in tutt’Italia perché il 18 Aprile del 1974 fu rapito dai brigatisti rossi Alberto Franceschini, Mara Cagol e Pietro Bertolazzi sotto casa sua in Via al Forte di San Giuliano a Genova. La Cagol, poi uccisa in uno scontro a fuoco con i Carabinieri nelle vicinanze di Acqui Terme, era la compagna del capo di quella banda armata Renato Curcio. Le Brigate Rosse intendevano così punirlo per la sua appartenenza alla corrente di destra della magistratura ed in cambio della sua liberazione chiesero l’uscita dalle patrie galere dei terroristi liguri della banda XXII Ottobre, perseguiti dal magistrato imperiese che per i capi della banda chiese ed ottenne l’ergastolo, cioè dei padri del temibile movimento militare insurrezionalista che aveva adottato come simbolo la tristemente celebre stella a cinque punte. Mario Sossi, in qualità di sostituto procuratore della Repubblica a Genova, aveva appena chiesto ed ottenuto la carcerazione preventiva per un avvocato celebre del capoluogo ligure, Giovanbattista Lazagna, in un primo tempo accusato di terrorismo ma poi prosciolto. Il sequestro si risolse con la liberazione incondizionata dell’ostaggio avvenuta a Milano il ventidue Maggio dello stesso anno. Il giudice imperiese però non dette l’allarme immediatamente dopo la sua liberazione ma come se niente fosse accaduto ritornò a Genova in treno e solamente una volta a destinazione avvertì la Guardia di Finanza della città della Lanterna e denunciò la sua riconquistata libertà. Non si riuscì mai a capire sino in fondo il perché di questo strano comportamento. Per la prima volta durante i trentaquattro giorni del sequestro la magistratura italiana praticò la linea della fermezza grazie soprattutto alla pervicacia del Procuratore capo di Genova, Francesco Coco, che pagò due anni dopo con la vita, fu ucciso sempre dalle Brigate Rosse insieme agli agenti di scorta, questa sua inflessibilità. Tra due settimane circa, e cioè il quattordici ed il quindici di gennaio, Raiuno farà rivivere il calvario del magistrato genovese grazie alla messa in onda di una fiction, sceneggiata da Gianito Burchiellato e prodotta da Alessandro Jacchia. Nel cast artistico compaiono nomi altisonanti come quello di Alessandro Preziosi, che ridarà volto e voce al giudice rapito, Ennio Fantastichini, interpreterà il Procuratore Coco, e Simone Gandolfo nella parte del brigatista Gianluca Farina. Per una strana coincidenza del destino Gandolfo è un concittadino di Sossi, essendo anche lui nato ad Imperia ma quarantotto anni più tardi, nel 1980. La fiction è tratta dal libro che il giornalista romano di Gente e del Giornale, sino al 1968 lavorò al Corriere Mercantile di Genova, Luciano Garibaldi ha dedicato alla vicenda. Il volume dal titolo “ Gli anni spezzati- Il giudice”, edito da Ares, è da ieri in tutte le librerie italiane. Per dovere di cronaca è necessario ricordare che Mario Sossi ormai non più magistrato ne avvocato fece di nuovo parlar di se cinque anni fa quando si candidò, nel collegio Italia Nord- Ovest, alle elezioni europee per il partito dell’estrema destra in odor di xenofobia “ Forza Nuova”. Non fu eletto.

Sergio Bagnoli

 


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