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07.05.2014 - Redazione

Il "diavolo e l'acqua santa", a Triora morì il ventimigliese Tommaso Reggio

Forse non tutti sanno che nel più grande palazzo nobiliare del paese della Valle Argentina morì il Beato Tommaso Reggio.

Qualcuno già lo ha definito il palazzo del " Diavolo e dell'Acqua Santa": è  cinquecentesco, ma la sua fondazione è certamente anteriore, Palazzo Stella di Triora  in alta Valle Argentina. Già di proprietà di una delle più auree famiglie dell'aristocrazia della città montana che sino ad inizio ottocento era conosciuta come " il granaio della Repubblica di Genova" , dal secondo dopoguerra si trovava in una condizione di assoluto degrado con crollo pure della facciata che aggetta nella piazza principale del paese. Oggetto di particolare attenzione da parte delle amministrazioni comunali e regionali che si sono avvicendate al potere a partire da 2004, ora che si stanno concludendo i lavori di ripristino il cui termine è previsto per fine Maggio 2015, già si pregusta la moltitudine di visitatori che affolleranno le sue stanze. Infatti sarà sede del Museo della stregoneria locale, soppiantando gli angusti locali che oggi l'ospitano dinnanzi all'ex Ospedale civile all'ingresso del Paese, voluto a perenne memoria del tragico processo intentato contro alcune donne del luogo dall'Inquisizione nel corso del sedicesimo secolo. Una di queste di cognome faceva proprio Stella, Isotta il nome, come la nobile casata proprietaria della magione. Sin qua l'aspetto, se si vuole, diabolico della vicenda. Palazzo Stella vide però, nella sua secolare storia, transitare a miglior vita pure un Sant'Uomo venerato come Beato dalla Chiesa cattolica apostolica romana. Si tratta del Beato Tommaso Reggio, già Vescovo di Ventimiglia, tra il 1877 ed il 1892 e poi, alla fine del secolo decimonono, Arcivescovo di Genova. Da Ordinario della Diocesi dell'estremo Ponente ligure, Monsignor Reggio fondò, proprio a Ventimiglia, la Congregazione delle suore di Santa Marta. Mai si dimenticò della natura rigogliosa della Diocesi in cui svolse il suo Ministero e pur da Arcivescovo metropolitano di Genova desiderava retornarvi. L'occasioen propizia si presentò nel 1901 quando sulla sommità del Monte Saccarello si innalzò la grande statua dedicata al Redentore. Poco prima di morire ascese con altro pellegrini alla cosiddetta " Vetta dei Liguri" proprio sopra Triora. Al ritorno fu colto da un grave malore e venne ricoverato, infermo, proprio in una stanza di Palazzo Stella. A nulla valse il prodigarsi dei medici e qua morì poco dopo il ventidue Novembre del 1901. Ora le Suore di Santa Marta per decisione del Capitolo Generale presieduto da Suor Carla, Madre Superiore, ha deliberato di contribuire con ventiseimila Euro al completo restauro del Palazzo. Sarà recuperata e ripristinata esattamente come era al momento del trapasso del Beato la camera da letto di Monsignor Raggio. I ventiseimila Euro delle suore andranno a contribuire, insieme al milione e duecentomilaeuro dello Stato, ai seicentoquarantamila Euro dell'Unione europea, ai trecentocinquantamila Euro della Regione Liguria ed ai duecentocinquanta mila della Fondazione Carige, al completo recupero dell'avita dimora. I turisti che visiteranno Palazzo Stella, quindi, dopo aver visto le stanze dedicate alla stregoneria ed alle torture praticate dalla Santa Inquisizione durante i processi, potranno raccogliersi in preghiera e devozione nell'esatto luogo ove il Beato Reggio, elevato alla dignità degli altari da San Giovanni Paolo secondo il tre Settembre del 2000, novantanovesimo anniversario dell'erezione della statua del Redentore, morì, coniugando, per l'appunto, l'interesse per una vicenda umana e profana con al devozione per un prelato in odor di santità .                             

Sergio Bagnoli

 

 


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