Liguria, serve un piano carceri
"Per affrontare i problemi di sovraffollamento, di sicurezza, di assistenza sanitaria nelle carceri e per perseguire la massima efficacia dei progetti di formazione e reinserimento occorrerebbe un piano carceri a livello nazionale per superare le strutture più datate e all'interno delle città".
Il Presidente Toti, in visita questa mattina al carcere genovese di Marassi, ha dato atto al direttore dell'Istituto Salvatore Mazzeo e agli operatori penitenziari del grande lavoro che svolgono in condizioni difficili e ha assicurato il massimo impegno della Regione nei limiti delle sue competenze. La collaborazione è già forte sui progetti di inclusione e verrà potenziata, ha detto l'assessore alla formazione Ilaria Cavo che ha accompagnato il Presidente nella visita insieme al consigliere regionale Andrea Costa.
Con tutti i suoi problemi, non dissimili da quelli di tutte le carceri italiane, Marassi si può considerareun'eccellenza per le opportunità di reinserimento del detenuto e per le condizioni generali di detenzione. Ciò non toglie che si debba pensare a una strategia diversa da quelle finora attuate. «L’Italia ha bisogno di nuovi carceri, più moderni, fuori dalle città, con sistemi di sicurezza più sofisticati di quelli attuali, dove gli agenti della polizia penitenziaria possano lavorare meglio e anche i detenuti avere più metri quadri a disposizione. Se da una parte proponiamo la certezza della pena e il rigore nello scontarla fino in fondo, dall’altra bisogna garantire ai detenuti e a chi lavora all’interno delle struttura carcerarie delle condizioni degne di uno stato civile e democratico».
La via da percorrere per superare lo stallo attuale è obbligata: «Bisogna vendere gli immobili di pregio che non sono adatti all'utilizzo carcerario e costruirne di nuovi lontano dalle città. La posizione attuale di questo come di altri carceri non è un vantaggio perché non consente di avere gli spazi necessari a un carcere moderno. Basterebbe agire con un piano a scacchiera partendo dai più malmessi e al contempo più pregiati. Genova è un caso molto particolare: questa è una struttura di riferimento per l'intera regione, la Liguria ha fame di spazio ed è più difficile qui che in altre regioni trovare gli spazi. Ma si può fare, l'importante è avere un'idea di futuro e non campare alla giornata».
In attesa di soluzioni che traguardino il medio e lungo periodo e che possono essere messe in campo soltanto dall'amministrazione centrale, la Regione fa la sua parte.
Dopo l'incontro di questa mattina un altro è già in programma con l'assessore alla sanità Sonia Viale per affrontare i problemi più urgenti tra i quali quelli del centro clinico gestito dall'Asl 3 in collaborazione con la polizia penitenziaria che si occupa dell'assistenza ai detenuti con problemi psichiatrici, che confluiscono a Genova anche dalle altre strutture liguri.
In costruzione all'interno della struttura un teatro da 200 posti, in realtà una struttura polivalente che verrà ultimato e inaugurato entro il 2015.
Costruita in legno con la collaborazine dei detenuti, si chiamerà Teatro dell'Arca e sarà messa a disposizione non soltanto delle attività formative interne al carcere ma anche di chi ne farà richiesta per convegni ed eventi di varia natura.
Molti detenuti sono coinvolti in diverse attività formative.
Oltre al laboratorio teatrale funziona anche un panificio i cui prodotti vengono venduti in alcuni supermercati della zona; vengono inoltre confezionate magliette che riproducono frasi da libri o brani di cantautori. Questi progetti vengono messi a punto insieme ad aziende private che assumono i detenuti con contratti ad hoc, creando nella maniera più utile e concreta percorsi di inclusione e reinserimento. Progetti come questi sono sostenuti in cofinanziamento dalla Regione e dal Fondo Sociale Europeo e verranno ulteriormente incentivati in futuro. Di prossima realizzazione con le stesse modalità un laboratorio per la produzione di pasta fresca.