venerdì 19 aprile 2024
07.06.2014 - Donatella Lauria

Monsignor Antonio Suetta: "i futuri sacerdoti potranno studiare nel seminario di Bordighera"

Ponenteoggi ha incontrato il Vescovo della Diocesi Ventimiglia - Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, che in questa intervista ha messo in luce scorci fondamentali della sua vita: la vocazione, gli studi e il sacerdozio. "Mi sento amorevolmente e misteriosamente guidato dal Signore". Tanti i nuovi progetti. Da settembre sarà riaperto il Seminario di Bordighera.

Mons. Suetta ci parli del suo percorso ecclesiastico che l'ha portata fino ai giorni nostri.

Il mio cammino vocazionale parte da lontano, dagli anni della mia fanciullezza.

Sono nato a Loano (SV) nel 1962, da una famiglia contadina con genitori credenti e praticanti e, fino all'età di 12 anni, sono stato figlio unico.

Da piccolo partecipavo al coro parrocchiali delle voci bianche, quando, durante il tempo del catechismo per la cresima (V elementare), ho incominciato a sentire i primi segnali di vocazione. Nonostante la timidezza, che mi contraddistingueva, ne ho parlato con i miei genitori, mentre non osavo dirlo ai sacerdoti della mia parrocchia, con i quali avevo però un buon rapporto nutrito di tanta stima e affetto. Nel frattempo avevo incominciato a fare il chierichetto, chiamato, quasi all'improvviso, da un prete giovane, che prestava servizio in parrocchia e che, dopo alcuni anni, lasciò il ministero sacerdotale (anche in questo ho colto un misterioso disegno...).

I miei genitori presero sul serio quello che io dicevo, tanto che, l'anno dopo, arrivò nella mia famiglia, un altro figlio, voluto dai miei perchè ci tenevano molto ad uno che continuasse il nome della famiglia e il lavoro dell'azienda agricola. All'annuncio dell'arrivo di "un fratellino" datomi da mio padre (in realtà egli ancora non poteva sapere se si trattasse di un maschio), ho come intuito che stavo ricevendo un "via libera" dai miei genitori per il Seminario. Mio fratello è nato nell'estate dopo la conclusione del mio primo anno di scuola media, e, durante l'anno successivo, mio padre si ammalò gravemente per una forma tumorale. Nell'estate dopo la seconda media ho partecipato ad un campo vocazionale organizzato dal Seminario e, di ritorno, ero così entusiasta da chiedere ai miei genitori di interrompere la scuola media statale, per continuare in Seminario. E così ho fatto. Conclusa la terza media, mio papà è morto, ed io, con l'aiuto e l'incoraggiamento della mamma, ho continuato il mio percorso verso il sacerdozio.

Ho richiamato, seppur in sintesi, quei primi momenti per esprimere una convinzione che mi è sempre rimasta nel cuore: il sentirmi amorevolmente e misteriosamente guidato dal Signore.

Ho conseguito la maturità classica nel 1981 e poi ho proseguito con gli studi teologici dapprima per un triennio preso il Seminario Arcivescovile di Genova e poi li ho conclusi nel Seminario di Albenga.

Sono stato ordinato sacerdote nel 1986 ed ho ancora proseguito gli studi conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense in Roma.

Il mio primo incarico è stato quello di vicario parrocchiale nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Imperia e, nel frattempo ho prima insegnato religione cattolica al Liceo classico di Imperia e poi, per un quinquennio, ho prestato servizio come Cappellano della Casa Circondariale di Imperia (in quel periodo ho partecipato alla fondazione della Cooperativa Sociale "Il Cammino"). Successivamente ho fatto il Parroco a Caravonica (IM) e a Borgio Verezzi (SV), assumendo in quegli anni anche l'incarico di Direttore della Caritas Diocesana e poi di Direttore dell'Ufficio Amministrativo della Diocesi di Albenga-Imperia.

Nel 2011 ho ricevuto l'ultimo mio incarico da prete quando sono stato nominato Rettore del Seminario Vescovile di Albenga. Successivamente, il 25 gennaio 2014, sono stato eletto Vescovo della Diocesi di Ventimiglia - San Remo.

Come si può vedere il mio cammino sacerdotale è stato molto lineare e variegato; sono soprattutto contento di aver vissuto sempre in mezzo alla gente, con la grazia di sentirmi pastore in mezzo al suo gregge.

 E' un momento difficile per la crisi delle vocazioni, quali sono i suoi progetti in tema di seminario? Bordighera ha una struttura dalle elevate potenzialità. Come pensa di valorizzarla?

Da molti anni, praticamente dalla fine del Concilio Vaticano II (1965) si parla di crisi di vocazioni, ed effettivamente si nota una scarsità di clero che non permette più di garantire ad ogni parrocchia un sacerdote, a fronte di necessità pastorali che vanno crescendo anche in considerazione di mutamenti sociali ed ecclesiali, che rappresentano nuove sfide.

E' un fenomeno complesso, le cui cause non sono facilmente identificabili; in generale e in maniera un po' approssimativa lo si riconduce da una parte a profondi mutamenti sociali e dall'altra soprattutto ad una "crisi" diffusa di fede, che sotto molti aspetti rappresenta e produce l'urgenza pastorale, oggi chiamata "nuova evangelizzazione".

L'apporto indispensabile che una comunità diocesana può dare è innanzitutto quello della preghiera, in quanto la vocazione è la misteriosa chiamata di Dio ed il suo riconoscimento così come la risposta possono accadere soltanto nell'intimo di un cuore, che si lascia incontrare dalla grazia di Dio.

Insieme alla preghiera è molto utile, anzi determinante, una buona testimonianza di vita cristiana specialmente il famiglia e in Parrocchia. Direi che tali contesti, così come i gruppi, movimenti e associazioni possono e devono essere come un terreno fertile, un "humus" idoneo ad accogliere e far crescere un germe di vocazione.

Arrivando in Diocesi, ho trovato una pastorale vocazionale vivace ed attenta; mi riferisco al gruppo Giovani in Ricerca, alla organizzazione di momenti comunitari, come la Veglia per la Giornata Mondiale delle Vocazioni, e tante occasioni spicciole e dedicate per richiamare questa dinamica della formazione nell'ambito della pastorale giovanile.

Ho pensato che fosse una cosa buona fare in modo che i seminaristi, candidati al sacerdozio, potessero ritornare a farlo nel Seminario Vescovile di Bordighera, e così ho deciso che, dal prossimo anno scolastico 2014/15, si riparta con una piccola comunità di aspiranti: con l'aiuto di Dio dovrebbero essere 6 alunni.

Spero che questo porti buoni risultati e abbondanti frutti. Richiederà  molto impegno soprattutto da parte dei sacerdoti incaricati della formazione e dell'insegnamento, ma credo che ne valga davvero la pena.

Il Seminario di Bordighera è davvero una struttura molto grande e quindi ricca di tante e buone potenzialità. Al momento viene usata per accogliere una molteplicità di attività pastorali della Diocesi e della singole Parrocchie o dei Movimenti e, soprattutto nel periodo estivo, ospita gruppi che vengono per svolgere campi o grest.

Non ho in mente un diversa destinazione, anche perchè, riprendendo in sito la formazione dei seminaristi, il contatto di molte attività con un ambiente così marcatamente connotato può divenire un ottimo strumento di pastorale vocazionale.

 Il suo arrivo sta rappresentando di sicuro una nuova "era". Sono molti i progetti in cantiere che sta già realizzando. Ci può illustrare quelli nell'immediato?

La sensazione di "nuova era" non dipende certo dal mio arrivo, anche se l'avvicendamento di un Vescovo è sempre occasione di revisione e rinnovamento. Credo che la stagione ecclesiale attuale sia particolarmente interessanti per i nuovi fermenti che viviamo su scala mondiale e soprattutto per lo stile originale e fresco di Papa Francesco.

In effetti la Chiesa cammina, come è giusto, nella continuità e nella fedeltà alla propria missione, che è l'annuncio del Vangelo; tuttavia la "nuova evangelizzazione" ha bisogno di uno spirito nuovo, di ritrovata capacità di dialogo e soprattutto di entusiasmo, derivante dalla immutabile speranza cristiana fondata su Gesù Cristo.

Di questo impulso e di questo stile voglio soprattutto esprimere un forte senso di vicinanza e di condivisione con tutte le realtà e le persone. Il famoso "odore delle pecore" di cui parla Francesco!

I  miei progetti immediati riguardano soprattutto la Visita Pastorale, che i permetterà di farmi conoscere e di conoscere la realtà ecclesiale affidatami.

Voglio sostenere la grazia della visita con due momenti "permanenti" di comunione formazione: la Lectio divina mensile e una serie di incontri, sempre a cadenza mensile, su temi di dottrina sociale della Chiesa, che favoriscano il confronto anche con non credenti o non praticanti su teme i comune interesse, presentati anche nello specifico della visione cristiana.

 


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