venerdì 26 aprile 2024
26.07.2013 - Donatella Lauria

Ventimiglia: trasformare le cantine del centro storico in botteghe d'arte

L'idea arriva da Gigliola Coppo, presidente del circolo culturale "Nuovi Orizzonti". Utilizzare le cantine come botteghe d'arte? Una proposta interessante per rivitalizzare l'acropoli medievale.

Fare un censimento delle cantine del borgo medievale e darle in affitto per aprire botteghe d’arte e piccoli negozietti. E poi bandire un concorso d'idee per la loro ristrutturazione.

L’idea parte da Gigliola Coppo, presidente del circolo culturale Nuovi Orizzonti, amante della sua città e sempre creativa e operativa con idee culturali per il rilancio del Ponente.

“Abbiamo un centro storico fantastico – spiega Coppo – non meno affascinante di altri borghi italiani che però sono più valorizzati e sfruttati. Ventimiglia alta deve vivere, deve respirare turismo, ne ha tutte le potenzialità. Perché non sfruttare le cantine dei vicoletti: fare un censimento di queste e darle in affitto a prezzi modici ad artisti, artigiani, piccoli commercianti. Il contesto è perfetto. Il centro medievale rinascerebbe, sarebbe frequentato in ogni stagione e diventerebbe ancora più bello. Per la ristrutturazione si potrebbe lanciare un concorso di idee tra architetti ed esperti di design”.

In effetti la città alta ha potenzialità elevate dal punto di vista turistico e storico.

La proprietaria del B&B Casa Fenoglio di via Garibaldi Arianna Boeri, è sulla stesa linea d’onda.

“Abbiamo una realtà di grande spessore turistico. – spiega -  Il nostro Bed & Breakfast in poco tempo sta registrando il tutto esaurito. Questo vuol dire che la gente, anche straniera, conosce Ventimiglia, ne è attratta e si ferma. Ma poi? Alcuni ospiti sono rimasti entusiasti dalla bellezza del nostro entroterra. A Ventimiglia alta ci sono altri due bed & brekfast che lavorano molto bene ed un ristorante. Bisogna che in via Garibaldi e in tutto il centro storico  nascano piccole attività commerciali, di supporto alla nostra attività, che promuovano i nostri prodotti tipici, come avviene in Francia: con piccoli negozietti che espongano olio, e tipicità e che non abbiano costi esagerati d’affitto. E si potrebbe di conseguenza creare una sinergia tra tutte queste strutture. E’ un peccato avere le potenzialità per fare turismo e non sfruttarle quasi per nulla”.

 


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