Il recupero di Santa Tecla approda in consiglio comunale
SANREMO-Verrà sottoposto lunedi all’attenzione del consiglio comunale di Sanremo, il documento sul recupero del Forte di Santa Tecla, già oggetto di studio nel progetto ‘Pigna Mare’ in cui si parlava interventi che lo potrebbero far diventare un museo-vetrina della città. Ci sarebbero alcune incognite come ad esempio la tempistica sui lavori, la gestione ed i finanziamenti.
Verrà sottoposto lunedi all’attenzione del consiglio comunale di Sanremo, il documento sul recupero del Forte di Santa Tecla, già oggetto di studi
o nel progetto ‘Pigna Mare’ in cui si parlava interventi che lo potrebbero far diventare un museo-vetrina della città. Ci sarebbero alcune incognite come ad esempio la tempistica sui lavori, la gestione ed i finanziamenti.
L'assessore al patrimonio Franco Solerio ha proposto l'istituzione di un tavolo di lavoro composto da maggioranza e minoranza. Sul recupero del forte, si era già espresso venti giorni fa il consiglio provinciale, dove il consigliere di opposizione del PD Lanteri ha affermato: “Si tratta di investimento di oltre 4 milioni della Sovrintendenza con partecipazione da parte del Comune di Sanremo di 200 mila euro – aggiunge Lanteri – L'idea è quella di creare all'interno del Forte uno spazio dedicato alla musica, per una giusta celebrazione del passato musicale di Sanremo, con mostre dedicate al Festival e al Tenco di Amilcare Rambaldi". La riqualificazione del forte come rinascita per la zona portuale di Sanremo e della sua movida che vede solo in piazza Bresca l’unico vero e proprio fulcro e uno spazio che se utilizzato per bene, potrebbe dare lustro alla città dei fiori.
Il Forte di Santa Tecla situato nei pressi del Porto Vecchio di Sanremo, sino a pochi anni fa era utilizzato come Carceri Giudiziarie, ombreggiato all'ingresso da un piccolo giardino di pini marittimi, è un interessante esempio di fortificazione militare del settecento ligure. Deve il suo attuale nome al fatto che nella posa della prima pietra fu posta una reliquia di Santa Tecla, ma il suo nome originario era di Fortezza San Giorgio. La sua costruzione fu voluta dalla Repubblica genovese, che da secoli contrastava l'aspirazione marinara e commerciale di Sanremo, a seguito di una sollevazione popolare sanremese che, dopo la guerra di successione austriaca, aveva chiesto l'annessione al Regno di Sardegna.
Con la Restaurazione, nel 1815, la Liguria passò al Regno di Sardegna e il forte divenne una caserma per la fanteria sabauda; più tardi, nel 1835, caserma dell'arma dei Bersaglieri. Dal 1864 fu adibita a casa circondariale di pena fino al 1997, con solo due interruzioni: fu base per idrovolanti tra gli anni 1915-1918 e divenne deposito di munizioni durante l'occupazione tedesca dal 1943 al 1945.