“No Inceneritore”: Cairo Montenotte in fermento per il futuro della Valbormida

Il Consiglio comunale di Cairo Montenotte è diventato il palco di una vibrante protesta contro la possibile realizzazione di un termovalorizzatore in Valbormida. Decine di cittadini, rappresentanti di associazioni e partiti politici, tra cui il consigliere regionale Jan Casella, hanno affollato la seduta di oggi, 29 luglio, per sostenere la richiesta del gruppo di minoranza “Più Cairo” di un netto “No” all’inceneritore.

La richiesta di un “No” definitivo e la posizione del sindaco

L’opposizione, compatta e rafforzata anche dal gruppo “Cairo in Comune”, ha preteso dall’Amministrazione guidata dal sindaco Paolo Lambertini una posizione chiara e irrevocabilmente contraria al progetto. Tuttavia, il primo cittadino, pur riconoscendo che “con questa situazione ambientale tutt’altro che rosea non si può accettare un altro impianto di tali dimensioni”, non ha espresso un “no” definitivo e categorico. Lambertini ha invece sottolineato la sua volontà, in quanto “amministratore responsabile”, di voler “capire e partecipare a un tavolo tecnico insieme alle istituzioni e agli sindaci del territorio”. Questa posizione, vista come una potenziale apertura futura, ha scatenato contestazioni tra il pubblico e la minoranza.

Le contestaioni e le ragioni della minoranza

La consigliera Giorgia Ferrari ha replicato con fermezza: “Non è ammissibile sperare che migliori la situazione ambientale per poi fare di nuovo un passo indietro, la Valbormida si merita di non avere più inquinamento di quanto c’è stato”. Il dibattito ha evidenziato la profonda sfiducia di parte della comunità verso soluzioni che possano compromettere ulteriormente la salute ambientale del territorio, già provata da insediamenti industriali preesistenti. Alberto Poggio ha rincarato la dose, commentando che “il sindaco tira in ballo le aziende chimiche che in passato, e alcune ancora oggi, sono potenzialmente pericolose per la salute di tutti. In quei casi però si parla di privati. Questa invece è una decisione politica e pubblica, visto che il bando della Regione prevede l’assenso del Comune ospitante, dire già un no chiaro sarebbe l’unico modo per preservare il territorio”. L’argomento chiave sollevato è che, a differenza di inquinamenti pregressi legati a iniziative private, la costruzione di un termovalorizzatore sarebbe una scelta politica consapevole, di cui il Comune si farebbe direttamente garante, avendo il potere di bloccarla a monte.

Il coordinamento “No Inceneritore” e il futuro della mobilitazione

Parallelamente al dibattito istituzionale, gli incontri del coordinamento “No Inceneritore” proseguono senza sosta, a dimostrazione di una mobilitazione civica diffusa e ben organizzata. Dopo le tappe di Cosseria e Cairo, il prossimo appuntamento è già fissato per il 4 agosto a Carcare, con ritrovo alle 20:30 nella sala delle assemblee del centro polifunzionale di via del Collegio. Questa rete di associazioni e cittadini è determinata a mantenere alta l’attenzione sul tema e a esercitare pressione sulle amministrazioni locali e regionali per ottenere un “no” definitivo. Il futuro della Valbormida, un territorio che ha già pagato un prezzo ambientale elevato, sembra dipendere da questa battaglia tra la cautela istituzionale e la ferma volontà popolare di proteggere la salute e l’ambiente.

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