Arrestato 21enne per il furto con spaccata da Essegi Sport: bottino da 25mila euro

Un’azione rapida e sfacciata, messa a segno per rubare abbigliamento e articoli sportivi per un valore complessivo di 25.000 euro. I ladri, con l’intenzione di non lasciare tracce, avevano agito in fretta, con il volto travisato per non essere riconosciuti dalle telecamere e si erano diretti subito verso il mare per far perdere le proprie tracce. Il loro piano sembrava ben congegnato: il buio, la velocità, la fuga in una direzione atipica. Credevano di aver condotto il colpo perfetto, di essersi dissolti nel nulla. Era un’illusione, che si sarebbe frantumata poco dopo.

La vetrina infranta, la prova trovata

L’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Albenga è iniziata dal caos lasciato sul posto. Lì, in mezzo ai vetri rotti e alla merce lasciata in fretta, gli investigatori hanno iniziato il loro lavoro meticoloso. A pochi metri dal negozio, sulla spiaggia, hanno fatto una prima scoperta: parte della refurtiva, abbandonata nella fretta della fuga. Ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo, quando hanno trovato un giubbotto abbandonato dagli autori. All’interno di una tasca, un semplice scontrino fiscale. Quel pezzo di carta, insignificante per i ladri, si è rivelato un indizio fondamentale. Era la prova tangibile che un’azione criminale, per quanto pianificata, può essere sventata da una disattenzione apparentemente banale.

Dalla spiaggia a Sanremo: il filo rosso dell’indagine

L’indagine ha preso una svolta decisiva grazie a quello scontrino. I Carabinieri hanno scoperto che la ricevuta era legata a un acquisto effettuato lo stesso giorno in un negozio di Sanremo, pagato con una carta intestata all’indagato, T.A., un 21enne già noto alle forze dell’ordine per altri reati. A quel punto, gli investigatori non si sono fermati. Sfruttando la tecnologia a loro disposizione, hanno analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza sia a Sanremo che sui mezzi pubblici, riuscendo a ricostruire ogni spostamento del presunto colpevole. Hanno seguito il filo, invisibile ma concreto, lasciato dalla sua impronta digitale e dai suoi movimenti, che lo ha condotto direttamente dalla città dei fiori al luogo del reato e poi alla fuga.

L’arresto e il volto svelato

La combinazione della prova fisica (il giubbotto e lo scontrino) e delle prove digitali (le immagini delle telecamere e la transazione bancaria) ha creato un quadro investigativo inattaccabile. Nonostante avesse cercato di nascondere il volto, i fotogrammi hanno permesso di estrapolare la sua immagine e confermarne l’identità. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Savona ha emesso un’ordinanza di misura cautelare per furto aggravato e il giovane è stato arrestato. Un’operazione chirurgica, frutto della pazienza e della precisione degli investigatori, che hanno dimostrato come l’epoca in cui i criminali potevano agire nell’ombra sia ormai finita. La giustizia, a volte, impiega tempo, ma è inesorabile.

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