“Abbandonati da 50 anni”: la protesta dei residenti di Borgata Rivarò. Il sindaco: “Cercheremo una soluzione”

La denuncia arriva forte e chiara dalle colline della Liguria, in una frazione del comune di Loano, nota come Borgata Rivarò a Verzi. Qui, un gruppo di residenti stabili ha rotto il silenzio con una lettera aperta, lanciando un’accusa pesantissima: un “grave e sistematico abbandono istituzionale per oltre 50 anni”. Non si tratta della lamentela occasionale per un lampione spento, ma della contestazione di mezzo secolo di incuria, che ha relegato la loro piccola comunità in una sorta di limbo temporale e infrastrutturale. La loro protesta evidenzia come il diritto a una vita civile dignitosa e con i servizi essenziali non sia una realtà uniforme su tutto il territorio comunale, ma un privilegio riservato, a quanto pare, solo ad alcune aree. Il loro grido d’allarme è un’eco che risuona ben oltre i confini di Loano, ponendo una questione fondamentale sulla gestione delle aree periferiche.

La strada che non è una strada

Il simbolo più evidente e pericoloso di questo abbandono è la via d’accesso alla borgata. I residenti denunciano l’assenza di una strada pubblica carrabile in sicurezza, definendola invece una via sterrata, precaria e costantemente minacciata dalla natura. Soggetta a erosioni, frane e distruzione periodica a causa delle piogge, questa arteria vitale è la manifestazione fisica del rischio quotidiano che gli abitanti devono affrontare. Non si parla di un semplice disagio, ma di una questione di incolumità pubblica: l’assenza di manutenzione, di asfaltatura e di esproprio di sicurezza mette in pericolo non solo il transito, ma anche la possibilità di ricevere soccorsi in caso di emergenza. La strada di Borgata Rivarò è un monito tangibile di come la mancata manutenzione possa trasformare un collegamento in una vera e propria trappola.

Il prezzo dell’invisibilità

Ma l’isolamento di Borgata Rivarò non si ferma alla viabilità; si estende ai servizi fondamentali che definiscono la modernità. I residenti lamentano l’assenza di elementi basilari che sono considerati un diritto in qualsiasi altro contesto urbano. Nessun servizio di raccolta rifiuti porta a porta, costringendoli a soluzioni scomode, nessun servizio postale regolare e, in pieno ventunesimo secolo, nessuna rete internet stabile. Manca persino l’allaccio alla rete del gas. L’immagine forse più iconica e desolante è quella della linea telefonica fissa, tenuta in piedi da “canne artigianali”, un arrangiamento precario che sfida la tecnologia e sottolinea l’assenza di qualsiasi intervento tecnico, anche in caso di urgenza. Vivere in queste condizioni significa essere esclusi dalla normale vita civile e dalle opportunità di connessione e comunicazione.

La geografia dell’oblio

La situazione di Borgata Rivarò non è un fallimento amministrativo isolato, ma piuttosto un sintomo doloroso di una “geografia dell’oblio” che penalizza le piccole frazioni collinari in favore delle aree costiere e dei centri urbani più visibili. Il caso di Loano pone un interrogativo etico sulla gestione delle risorse pubbliche: le amministrazioni tendono spesso a concentrare gli investimenti dove il ritorno elettorale, economico o turistico è più immediato, lasciando che le periferie si auto-gestiscano e, in alcuni casi, si spopolino lentamente. Questo meccanismo crea cittadini di serie A e di serie B, dove la qualità della vita e l’accesso ai servizi non sono garantiti a tutti, ma dipendono dalla densità abitativa e dalla facilità di accesso. È una scelta politica ed economica che mina il tessuto sociale e il diritto alla residenza in qualsiasi parte del territorio

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