Ritrovato a Sassello il 60enne scomparso: era in un burrone, operazioni di recupero difficili

La notizia del ritrovamento del sessantenne scomparso a Sassello (Savona) dopo due giorni non è solo un fatto di cronaca, ma un racconto di resilienza umana e di straordinaria efficacia del sistema di soccorso. L’uomo, allontanatosi dalla sua abitazione giovedì sera intorno alle 20:15, ha lasciato dietro di sé un vuoto di angoscia e incertezza durato oltre 48 ore. Quando i familiari hanno dato l’allarme, è scattata immediatamente una vasta e complessa operazione di ricerca che ha mobilitato decine di uomini e mezzi. Quello che è emerso, ora che l’uomo è stato individuato, non è il dramma di una fatalità, ma la testimonianza di una lotta contro gli elementi, culminata in un lieto fine che sottolinea il valore inestimabile della collaborazione interforze in scenari di emergenza.

Il codice rosso e la forza della coscienza

Nonostante sia stato trovato in codice rosso, il dettaglio più incoraggiante è che l’uomo era cosciente. Questo elemento è cruciale e sposta l’asse della narrazione dalla tragedia potenziale alla vittoria della resistenza. Dopo due notti all’aperto, infreddolito e provato dall’esposizione e dalla mancanza di cibo, mantenere uno stato di coscienza e stabilità, seppur in condizioni gravi, è la prova di un incredibile istinto di sopravvivenza. I soccorritori hanno trovato un uomo provato, ma lucido, capace forse di cooperare o comunque di non soccombere al panico e al freddo. La sua condizione di stabilità, pur richiedendo l’immediato trasferimento all’ospedale San Paolo di Savona per accertamenti approfonditi, ha trasformato l’ultima fase della missione da ricerca disperata in un salvataggio tecnico.

La morfologia del terreno: il vero avversario

Il vero, invisibile, antagonista di questa vicenda non è stato il tempo che passava, ma la morfologia del terreno intorno a Sassello. L’uomo è stato individuato in una zona boschiva a circa un chilometro da casa, ma questo chilometro è diventato un ostacolo insormontabile per i mezzi convenzionali. La macchia boschiva ligure, spesso impervia, scoscesa e densa, complica enormemente qualsiasi operazione di recupero, specialmente quando la persona non è in grado di muoversi autonomamente. Le operazioni, infatti, sono risultate complesse e si sono protratte anche dopo il ritrovamento, focalizzandosi sullo spostamento in sicurezza del sessantenne. Questo mette in luce l’estrema specializzazione richiesta in questo tipo di emergenze e sottolinea come il lavoro sul campo non si concluda con la localizzazione, ma prosegua con la difficile estrazione della persona infortunata dall’ambiente ostile. Il successo di questo ritrovamento è l’elogio alla perfetta sincronia delle squadre di soccorso. L’allarme lanciato dai familiari ha innescato una vasta e capillare operazione che ha coinvolto il Soccorso Alpino e Speleologico Liguria, i Vigili del Fuoco (che hanno coordinato i lavori), i Carabinieri, la Protezione Civile e la Croce Rossa.

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