Minori in manette ad Albisola: arrestati per una serie di furti

La scorsa notte, ad Albisola Superiore, si è conclusa in modo inaspettato per tre minori. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Savona, in servizio di pattugliamento, li hanno sorpresi mentre stavano tentando di forzare l’ingresso di un ristorante. Alla vista dei militari, i tre giovani incappucciati hanno tentato una fuga disperata, gettando a terra circa 150 euro in contanti. Un gesto che, pur non riuscendo a coprire le loro tracce, ha rivelato un dettaglio fondamentale: quel denaro era il bottino di un altro furto, appena commesso in un locale vicino. L’arresto in flagranza di reato ha messo fine a quella che sembrava essere una serata di “lavoro” criminale, ma la storia dietro l’episodio è più complessa.

Un allarme silenzioso

Quell’arresto non è stato il risultato di un’operazione casuale, ma la risposta a un crescente “allarme sociale”. Negli ultimi mesi, le aree tra Savona e Albisola Superiore sono state colpite da una serie di furti, in particolare di ciclomotori e in esercizi commerciali. Episodi che, presi singolarmente, possono sembrare di poco conto, ma che cumulandosi creano un forte senso di insicurezza nella cittadinanza. La sensazione che le strade non siano più sicure e che la criminalità si aggiri indisturbata erode la fiducia e la serenità della comunità. Ed è proprio questo il vero danno, oltre a quello economico: la percezione che l’ordine pubblico non riesca a proteggere il cittadino nella sua quotidianità.

Ciò che emerge dalle indagini è un quadro preoccupante di delinquenza minorile che si ripete. I tre ragazzi fermati erano già noti alle forze dell’ordine, responsabili di un totale di dieci furti di ciclomotori. La loro era una criminalità seriale, ma a bassa intensità, fatta di gesti che spesso non finiscono in prima pagina, ma che logorano il tessuto sociale. L’arresto, in questo senso, rappresenta la conclusione temporanea di una storia già vista, un monito che la mancanza di misure adeguate o la noncuranza possono trasformare il reato in un’abitudine.

Un sistema che non basta

L’operazione getta una luce sulla fragilità del sistema giudiziario, soprattutto quando si tratta di minori. La notizia che uno dei tre era stato fermato dai carabinieri appena il giorno prima, a bordo di un ciclomotore rubato, è forse l’elemento più sconcertante di tutta la vicenda. Questo dettaglio solleva una domanda cruciale: perché le azioni precedenti non sono state sufficienti a fermare un comportamento recidivo? L’arresto di questa notte è senza dubbio una vittoria per la sicurezza, ma non risolve un problema di fondo che richiede un’analisi più profonda delle cause sociali e della capacità del sistema di recupero di incidere realmente sulle vite di questi giovani.

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