Questa mattina, Savona è stata colpita da forti piogge che hanno causato allagamenti diffusi in diverse zone della città. Per circa due ore, la “Città della Torretta” ha subito intense precipitazioni, mettendo a dura prova il sistema di drenaggio urbano e generando notevoli disagi alla circolazione stradale.

Disagi e punti critici sott’acqua
L’intensità e l’abbondanza delle precipitazioni hanno trasformato alcuni incroci in veri e propri laghi urbani. Particolarmente colpiti sono stati l’intersezione tra via Pirandello e corso Tardy e Benech e la rotonda tra via Stalingrado e via Vittime di Brescia. In queste aree, veicoli e auto sono stati costretti a procedere a passo d’uomo, causando rallentamenti, anche se per fortuna i disagi più gravi sono stati limitati.
La situazione non è stata migliore in altre zone nevralgiche della città. Allagamenti si sono registrati anche davanti alla stazione ferroviaria, un punto di accesso cruciale per la città, e nelle aree vicine, in particolare nella zona mare di via XX Settembre. La rotonda de “Le Officine” e l’area di via Guidobono sono state nuovamente interessate, proprio come già accaduto la scorsa settimana, evidenziando una criticità persistente in questi punti.
Un campanello d’allarme e la necessità di un cambiamento di prospettiva
Le forti piogge e gli allagamenti a Savona, sebbene non abbiano causato danni ingenti questa volta, devono essere interpretati come un chiaro campanello d’allarme. Non si tratta più di eventi isolati o di “eccezioni”, ma di una nuova normalità dettata dai cambiamenti climatici. Le precipitazioni si presentano sempre più spesso con intensità e rapidità estreme, mettendo in crisi infrastrutture urbane che non sono state progettate per simili volumi d’acqua in tempi così brevi.
Non basta pulire tombini o monitorare i corsi d’acqua; è fondamentale ripensare la pianificazione urbana per affrontare l’acqua come una risorsa da gestire, non solo come un problema da contenere. Le città come Savona, affacciate sul mare e con un entroterra delicato, devono investire in soluzioni innovative: dalla creazione di “spazi verdi” capaci di assorbire l’acqua, alla riprogettazione delle infrastrutture sotterranee, fino all’educazione dei cittadini su come comportarsi in queste situazioni.
Gli allagamenti di oggi non sono solo “disagi”, ma un invito pressante a prepararsi per un futuro in cui fenomeni meteorologici di questa intensità saranno sempre più frequenti. La resilienza di una città si misura anche nella sua capacità di convivere con un clima che cambia, trasformando le criticità in opportunità per ripensare il rapporto tra ambiente costruito e fenomeni naturali.