Ad Andora, una tranquilla località balneare sulla costa ligure, la mattinata del 19 settembre sembrava scorrere come tante altre. Un’anziana donna di 72 anni, impegnata nella sua passeggiata quotidiana, stava percorrendo la via Aurelia. Era un momento di pace, un’abitudine serena in un luogo che vive di un turismo estivo vivace e di un’accoglienza calorosa. Per un istante, ha incrociato lo sguardo con un’auto che si era fermata poco più avanti, apparentemente per un semplice parcheggio. Un gesto che non aveva nulla di strano, che si inseriva perfettamente nella normalità di una giornata. Eppure, proprio in quell’attimo, la tranquillità è stata spezzata da un atto di violenza inaspettato e crudele.

La violenza inaspettata e il coraggio della vittima
Senza alcun preavviso, uno dei due occupanti del veicolo è sceso e l’ha aggredita, strappandole con forza due collanine d’oro dal collo e gettandola a terra. Un gesto vile e brutale, che ha trasformato in un istante la sua serena passeggiata in un’esperienza traumatica. Nonostante lo shock e il dolore, l’anziana donna ha dimostrato un coraggio incredibile. Con una lucidità ammirevole, non si è persa d’animo: ha rifiutato il trasporto in ospedale per farsi curare, sapendo che la priorità era un’altra. Invece di cedere alla paura, ha fatto la scelta più importante per la giustizia: ha allertato le forze dell’ordine e si è recata immediatamente a sporgere denuncia, mettendo in moto l’intera macchina delle indagini.
La caccia e la tecnologia
Mentre i malviventi si lanciavano in una fuga a tutta velocità verso la vicina Alassio, i Carabinieri si sono messi subito sulle loro tracce. La caccia non era basata solo su una descrizione, ma si è avvalsa di uno strumento fondamentale dell’era moderna: le telecamere di sorveglianza. Le immediate analisi delle immagini hanno permesso di risalire al veicolo sospetto in pochi minuti, dimostrando come la tecnologia sia diventata un alleato cruciale nel contrasto al crimine. L’audacia dei rapinatori, che pensavano di averla fatta franca fuggendo in un’altra città, si è scontrata con l’efficienza investigativa che ha trasformato la loro fuga in una vera e propria trappola.
La fine della fuga e l’inizio della giustizia
La fuga dei due rapinatori si è conclusa in modo repentino e inaspettato in una stazione di servizio di Alassio. I Carabinieri li hanno sorpresi mentre facevano rifornimento. Vedendoli, il passeggero ha tentato una rocambolesca fuga a piedi, un ultimo disperato gesto che si è rivelato inutile. I militari lo hanno raggiunto in pochi istanti, ponendo fine alla loro corsa. L’arresto ha segnato la fine di un incubo per la donna e ha rappresentato una vittoria per la giustizia e per la comunità. I malviventi, di nazionalità albanese, sono stati assicurati alla giustizia, chiudendo il cerchio di una vicenda che si era aperta con la violenza e si è conclusa con un atto di risoluta professionalità.