Un tragico e inquietante episodio si sta svolgendo al lago di Giacopiane, dove sono in corso le ricerche di Jimmy Zolezzi, 65enne residente ad Amborzasco. L’uomo è il padre del 36enne morto esattamente un anno fa, inghiottito dalle sabbie mobili proprio in quel lago. Jimmy Zolezzi sarebbe uscito ieri pomeriggio con l’intenzione di raggiungere l’insenatura del lago, luogo della precedente tragedia, come aveva confidato ad alcuni familiari e amici.

Le ricerche in corso e il contesto familiare
L’allarme per la scomparsa di Jimmy è stato lanciato stamattina da alcuni conoscenti, dopo che il suo telefono cellulare risultava attivo ma senza risposta. Le operazioni di ricerca si concentrano sul sentiero che collega la Cappelletta delle Lame al lago di Giacopiane, il percorso che l’uomo avrebbe presumibilmente seguito a piedi. Questa scomparsa si aggiunge a un quadro familiare già segnato dal dolore: la moglie di Jimmy e madre del ragazzo deceduto, è morta poco prima di Natale per un malore.
La tragedia di un anno fa: le sabbie mobili del lago di Giacopiane
Il lago di Giacopiane, un bacino artificiale, è tristemente noto per la presenza di sabbie mobili lungo le sue rive, un pericolo chiaramente segnalato da appositi cartelli di divieto di balneazione. Un anno fa, proprio lì, il figlio di Jimmy Zolezzi, 36enne, si era tuffato nel lago ma non aveva fatto più ritorno. Dopo circa un’ora di ricerche, il suo corpo senza vita era stato ritrovato dai soccorritori. Si presume che l’uomo, dopo il bagno, avesse cercato di tornare a riva mettendo i piedi su una massa di fango instabile, finendo così inghiottito.
Il richiamo inquietante di un luogo di dolore e l’importanza della prudenza
Questo nuovo dramma, che si consuma nello stesso luogo e con gli stessi attori di una tragedia precedente, assume i contorni di un destino beffardo e commovente. È come se il lago, teatro di una perdita così atroce, avesse continuato a calamitare su di sé l’attenzione e, purtroppo, i passi di chi cerca forse risposte, un contatto o semplicemente la vicinanza a un ricordo straziante.
Questo episodio funge da monito potentissimo sulla necessità di rispettare non solo le norme di sicurezza e i divieti, ma anche la pericolosità intrinseca di certi ambienti naturali, soprattutto quando la sofferenza o l’emotività possono annebbiare il giudizio. La storia di Jimmy Zolezzi e della sua famiglia è una tragica dimostrazione di come il dolore possa spingere le persone verso luoghi e situazioni carichi di memorie, rendendo ancora più cruciale la vigilanza e l’attenzione ai segnali di pericolo. La speranza è che le ricerche in corso possano avere un esito diverso, ma la vicenda rimarrà un simbolo della fragilità umana di fronte sia alla natura che al lutto.