Dazi USA: Confartigianato Liguria chiede un “Piano B” per le microimprese

L’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti d’America sta generando preoccupazione anche in Liguria, una regione caratterizzata da un tessuto produttivo dominato da microimprese, che superano il 93% del totale. Sebbene l’entità esatta dell’impatto settoriale sia ancora da definire, Confartigianato sottolinea come questi dazi si aggiungano a un quadro economico già complesso, gravato da costi elevati di materie prime ed energia e da un crollo dei consumi. Nonostante le criticità, l’associazione mantiene un cauto ottimismo, evidenziando una minore esposizione della Liguria rispetto ad altre regioni italiane nei confronti del mercato statunitense.

Un impatto contenuto ma significativo per la Liguria

Luca Costi, segretario di Confartigianato Liguria, pur ribadendo la ferma contrarietà dell’associazione a ogni forma di dazio, spiega che l’impatto odierno sarà meno forte rispetto al passato. In Liguria, circa 600 imprese intrattengono rapporti, anche non esclusivi, con gli Stati Uniti, generando un volume d’affari complessivo di 700 milioni di euro. Questo dato, seppur significativo, è in percentuale inferiore rispetto a quello di altre regioni italiane che superano il 3.5%. La Liguria, infatti, ha come primo interlocutore commerciale la Francia, seguita dalla Germania, e solo al terzo posto gli Stati Uniti. Questo posizionamento geografico-commerciale attutisce in parte il colpo, ma non annulla la necessità di prepararsi.

I settori più colpiti e la forza del Made in Italy Ligure

A livello nazionale, i settori che risentiranno maggiormente dei dazi saranno, nell’ordine, la farmaceutica (ancora in fase di definizione), i trasporti e i macchinari. Per quanto riguarda la Liguria, i settori più vulnerabili sono la moda e l’agroalimentare. Tuttavia, Confartigianato ripone fiducia nella forza intrinseca dei prodotti liguri di qualità e nel valore del Made in Italy. Questa reputazione, secondo l’associazione, potrebbe aiutare ad attutire l’aumento del 15% imposto dai dazi. La soluzione proposta da Confartigianato è duplice: da un lato, sollecitare l’Unione Europea a “levare i lacci” nei confronti del mercato americano e a liberalizzare ulteriormente il mercato comunitario; dall’altro, incentivare le imprese a cercare e sviluppare nuovi mercati interni ed esterni.

La crescita dell’artigianato e le sfide delle microimprese

Un dato incoraggiante emerge dalle recenti iscrizioni delle imprese artigiane alla Camera di Commercio, aggiornate al 30 giugno: la Liguria si sta posizionando come la prima regione a statuto ordinario del centro-nord per crescita, segno di una ripresa del tessuto artigianale. Nonostante ciò, il problema dei dazi si fa sentire, specialmente in un contesto dove le microimprese (sotto i 10 addetti) rappresentano oltre il 96.3% del tessuto produttivo. Queste piccole realtà, spesso con meno risorse per affrontare le complessità dei mercati internazionali e le barriere commerciali, necessitano di un “piano B” e di un supporto mirato per diversificare e consolidare la propria presenza economica.

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