La Val Merula si schiera unita contro il progetto del parco eolico di Monte Chiappa. I sindaci di Andora (Mauro Demichelis), Stellanello (Claudio Cavallo) e Testico (Lucia Moscato) hanno ribadito con forza il loro “no” all’impianto, forti anche del parere contrario espresso dall’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. L’ENAC ha infatti comunicato alla Tozzi Green e ai Comuni interessati che il progetto “sarebbe un ostacolo alla navigazione aerea”, un’obiezione tecnica di peso che si aggiunge alle preoccupazioni già espresse dagli amministratori locali.

Impatto Paesaggistico ed Economico: un dubbio sulla sostenibilità reale
I sindaci hanno messo in luce l’invasività delle pale eoliche. Con un’altezza di oltre 140 metri, queste strutture andrebbero a snaturare lo skyline del promontorio, un elemento distintivo del paesaggio costiero e dell’entroterra. Come sottolineato dal sindaco di Stellanello, Claudio Cavallo, un’altezza “cinque volte più alta del cavalcavia dell’autostrada” renderebbe l’impatto visivo semplicemente enorme e devastante per la fisionomia del crinale.
Ma non è solo una questione estetica. Le opere di sbancamento previste per la realizzazione della stazione e sotto-stazione elettrica stravolgerebbero la morfologia del territorio, mettendo a rischio l’economia locale. Quest’ultima è fortemente legata alla rete escursionistica e allo sviluppo delle attività artigianali, settori che verrebbero compromessi da un’alterazione così profonda dell’ambiente. Il sindaco di Andora, Mauro Demichelis, ha inoltre rimarcato come la provincia di Savona abbia già dato un contributo significativo all’energia eolica in Liguria, con oltre l’80% della produzione regionale proveniente da quest’area, sentendosi in diritto di sollevare obiezioni sui reali svantaggi.
Transizione Energetica e Sostenibilità a tutto tondo: un conflitto di priorità?
La posizione dei sindaci non è un rifiuto della transizione energetica in sé, come precisato dalla sindaca di Testico, Lucia Moscato. Il loro “no” è un richiamo alla “sostenibilità a tutto tondo”, che significa considerare tutti gli interessi del territorio. Questa prospettiva evidenzia un conflitto cruciale: la necessità di produrre energia pulita deve bilanciarsi con la tutela del paesaggio, dell’economia locale e persino della sicurezza aerea.
Il caso di Monte Chiappa solleva la domanda fondamentale: la transizione energetica deve avvenire a qualsiasi costo, o è possibile perseguirla con un’attenzione maggiore all’impatto locale e alla specificità di ogni territorio? La decisione dell’ENAC aggiunge un livello di complessità, trasformando una questione di impatto ambientale e paesaggistico in una di sicurezza nazionale. Questo dibattito non riguarda solo le pale eoliche, ma il futuro stesso di come concepiamo lo sviluppo sostenibile, dove la “green economy” non può prescindere dal rispetto e dalla salvaguardia delle risorse più preziose di un territorio, come il suo paesaggio e la sua economia tradizionale.